testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Rabbino: la legge ebraica rispetta la volontà dei pazienti sulla nutrizione artificiale
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
16 novembre 2009 8:42
 
Per la religione ebraica non si puo' impedire il nutrimento, e quindi e' corretto l'utilizzo del sondino per un paziente in stato vegetativo, ma se vi sono speranze di sopravvivenza. Il paziente, solo lui, puo' rifiutare le cure e in tal senso ha valenza la dichiarazione di volonta'.
Sono queste, secondo la sintesi di Cesare Efrati, rabbino e medico chirurgo dell'Ospedale Israelitico di Roma, le posizioni dell''halacha' (la legge ebraica) sui percorsi di fine vita, al centro di un convegno organizzato ieri a Trieste dal Gruppo sionistico della comunita' ebraica locale, a sette mesi dalla morte, a Udine, di Eluana Englaro.
Nella visione ebraica per il medico vi e' l'obbligo di curare e per il malato quello di farsi curare, seguendo i consigli dei sanitari, in quanto l'uomo e' responsabile ma non proprietario del corpo, e va preservata la santita' della vita. C'e' pero' il dovere di alleviare il dolore e rimuovere cio' che prolunga la sofferenza e di non accelerare la morte.
Nel caso di un paziente la cui attivita' cerebrale e' irreversibilmente danneggiata, ha spiegato Efrati, non si possono fare infusioni che creino una realta' artificiosa, e una delle ipotesi e' quella di un respiratore 'a timer'. Infine, pregare per la morte di un paziente e' proibito ai parenti, mentre e' permesso al malato.
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS