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 ITALIA - ITALIA - Parti cesarei. Numerosi per colpa dei medici
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19 aprile 2010 16:08
 
La prima causa di ricorso al taglio cesareo, nel nostro Paese, e' il timore da parte dei ginecologi di incorrere in contenziosi medico - legali. Lo ammettono proprio i medici, o meglio il 35% di loro, rispondendo cosi' ad un sondaggio interno effettuato su 522 punti nascita dalla SIGO, la Societa' Italiana di Ginecologia ed Ostetricia. Lo ha dichiarato il presidente SIGO Giorgio Vittori, intervenuto nel dibattito sulla medicina difensiva in Chirurgia nel corso della prima giornata del Convegno Nazionale del Collegio Italiano dei Chirurghi (CIC). "E' un esempio lampante di medicina difensiva, unica rilevanza nel panorama europeo - commenta il professor Vittori - Il taglio cesareo in Italia ha numeri record, 38 su 100. Percentuali senza eguali in Europa (pensiamo che in Francia sfiora il 20,2% e in Inghilterra il 23%) che nel nostro Paese creano un 'codice viola' per il materno infantile". Se in Italia il timore di azioni legali e' la prima causa di ricorso al cesareo, segue quella dell'insufficienza organizzativa interna ("la cosidetta 'minaccia di parto spontaneo nel week and'", spiega Vittori), e solo in ultima battuta (tra un 5 e un 7%), la scelta dell'intervento cesareo parte dalla paziente.
"E' necessario abbassare drasticamente il numero dei cesarei - rilancia il presidente SIGO - ma anche evitare la mortalita' materna e i danni neonatali. Nel nostro Paese, nel 35% dei casi, c'e' solo un ginecologo di guardia ed un'anestesista a disposizione per il parto indolore", prosegue Vittori ricordando che "in questo settore il principale interesse in campo e' quello dell'intera nazione, in quanto le nascite sono un patrimonio primario che appartiene a tutti. Pensiamoci - invita l'esperto - e ricordiamo che in Italia il tasso di fecondazione resta fermo all'1,36, quando le indicazioni mondiali asseriscono che al di sotto del 2,11 un Paese non sopravvivera'"
 
 
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"E' necessario abbassare drasticamente il numero dei cesarei - rilancia il presidente SIGO - ma anche evitare la mortalita' materna e i danni neonatali. Nel nostro Paese, nel 35% dei casi, c'e' solo un ginecologo di guardia ed un'anestesista a disposizione per il parto indolore", prosegue Vittori ricordando che "in questo settore il principale interesse in campo e' quello dell'intera nazione, in quanto le nascite sono un patrimonio primario che appartiene a tutti. Pensiamoci - invita l'esperto - e ricordiamo che in Italia il tasso di fecondazione resta fermo all'1,36, quando le indicazioni mondiali asseriscono che al di sotto del 2,11 un Paese non sopravvivera'"
 
 
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