testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Lazio, nasce la Rete trapianti di staminali emopoietiche
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
5 novembre 2009 12:35
 
Si chiama 'Rete di Coordinamento Trapianti di Cellule Staminali Emopoietiche della Regione Lazio' ed e' il Progetto che stanno mettendo a punto il Centro Ematologico del Policlinico Umberto I, diretto dal prof. Robin Foa', del Policlinico Universitario 'Agostino Gemelli' di Roma, diretto dal prof. Giuseppe Leone, dell'Ospedale S. Camillo, diretto dal prof. Ignazio Majolino, con il supporto dell'Agenzia Regionale Trapianti, presidente il prof. Carlo Umberto Cascinai. La Rete di Coordinamento vede impegnati anche gli ematologi Angelo De Blasio, Marco Montanaro e Roberto Marra, direttori dei Centri di Ematologia di Latina, Viterbo e Frosinone.
L'occasione per la presentazione della Rete di Coordinamento dei centri ematologici e dei dati congiunti sul trapianto di midollo osseo nella Leucemia Linfatica Cronica e' offerta dal Congresso internazionale 'Nuovi farmaci e trapianto con cellule staminali emopoietiche per la cura delle patologie oncoematologiche dell'anziano', che si aprira' oggi e che si concludera' sabato 7 novembre presso l'Aula Brasca del Policlinico Gemelli, promosso dall'Istituto di Ematologia dell'Universita' Cattolica di Roma e dal Dipartimento di Scienze Gerontologiche, geriatriche e fisiatriche del Policlinico Gemelli, in collaborazione con il Moffitt Cancer Research Center dell'Universita' di Tampa (USA).
Attualmente l'attivita' trapiantologica viene svolta all'interno di strutture, i Centri Trapianto, identificate e accreditate dalle autorita' competenti regionali e tutto l'intero Programma Trapianti deve rispondere a determinati requisiti tecnico-organizzativi e di qualita', al fine di garantire la massima sicurezza al donatore e al paziente.
Data la complessita' dell'attivita' trapiantologica e' evidente che questa debba essere definita e regolata all'interno di un programma terapeutico, che prevede l'azione coordinata di piu' strutture e figure professionali, che collaborano a stretto contatto.
'Scopo del progetto della rete dei trapianti di cui ci stiamo occupando - spiega Giuseppe Leone, direttore dell'Istituto di Ematologia dell'Universita' Cattolica di Roma e del Programma Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche del Policlinico Gemelli - e' la creazione di un coordinamento dei centri in modo che essi, pur continuando ad avere la loro autonomia di gestione e afferenza alle Unita' di Ematologia in cui sono inseriti, contribuiscano allo sviluppo di una rete regionale per i trapianti di Cellule Staminali Ematopoietiche che, nell'interesse primario dei pazienti assolva alla funzione di rendere omogenei e coerenti i programmi di trapianto, di sviluppare linee comuni di ricerca e di migliorare complessivamente il rapporto con gli utenti. In particolare l'uniformita' dei protocolli clinici, lo scambio di informazioni, la condivisione di tecnologie contribuira' al miglioramento dei risultati clinici e allo sviluppo professionale degli operatori'.
'Il Coordinamento laziale - prosegue - nel solo anno 2008 ha realizzato un totale di 256 trapianti, dei quali 179 autologhi e 77 allogenici. I Centri afferenti al Coordinamento curano pazienti - sia adulti che bambini - che provengono da ogni parte del mondo e sono complessivamente accreditati a livello internazionale per ogni tipo di trapianto, da quello con cellule del cordone ombelicale a quello da donatori non consanguinei oltre che da familiari semi-compatibili. In base a questi numeri, tratti dai dati ufficiali pubblicati annualmente dal Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo (GITMO), organismo che riunisce e governa il flusso di dati che provengono dai centri trapianto di tutto il Paese, la rete 'Coordinamento per i trapianti di cellule staminali della Regione Lazio' raggruppa il maggior numero di trapianti eseguiti nella regione Lazio ed e' sicuramente una delle maggiori d'Europa'.
'Nell'ambito del congresso, tra gli argomenti oggetto di discussione, particolare attenzione sara' dedicata alla Leucemia Linfatica Cronica (LLC), la piu' frequente leucemia nel mondo occidentale dove incide per circa il 30% di tutte le leucemie - afferma Robin Foa', direttore del Centro di Ematologia del Policlinico Umberto I -. La sua frequenza e' in aumento per il progressivo aumentare dell'eta' media della popolazione e per un maggior uso di esami routinari di controllo. Approcci diagnostici e prognostici assai sofisticati e la disponibilita' di un armamentario terapeutico sempre piu' esteso, permettono oggi una gestione clinica dei pazienti che soffrono di LLC molto piu' personalizzata, al punto da includere anche il trapianto di cellule staminali. Il Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell'Adulto (GIMEMA Roma) ha appena completato un protocollo in cui il trapianto era contemplato per pazienti giovani con fattori prognostici sfavorevoli dopo la chemio-immunoterapia. Il 'Coordinamento trapianti di cellule staminali emopoietiche della Regione Lazio' mira a offrire una possibilita' di diagnosi, inquadramento prognostico e algoritmo di terapia - incluso il trapianto di cellule staminali - armonico e uniforme per tutti i pazienti affetti da LLC. Questo potra' rappresentare un modello di gestione globale per l'ottimizzazione dei percorsi clinici da utilizzare anche per altre patologie ematologiche'.
Ampio spazio di discussione verra' dato anche alle sindromi mielodisplastiche che colpiscono preferenzialmente le persone anziane, anche se sono descritte delle forme giovanili su base genetica e delle forme secondarie a chemio-radioterapia, al benzolo e alle radiazioni ionizzanti, ed evolvono frequentemente in vere e proprie leucemie acute di tipo mieloide.
Fino a poco tempo fa la terapia di queste malattie era unicamente supportiva trasfusionale con possibilita' di riduzione dell'apporto trasfusionale solo nelle forme meno gravi. Con l'utilizzo di eritropoietina il trapianto con cellule staminali emopoietiche era ed e' la sola possibilita' di guarigione, ma comporta una mortalita' alta soprattutto per le persone anziane e non praticabile per gli ultrasessantacinquenni, che costituiscono la maggioranza assoluta della popolazione malata. Questa patologia e' in netto aumento sia per l'aumento della vita media dei pazienti sia per l'aumento delle forme secondarie. (Asca)
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS