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 ITALIA - ITALIA - Italia. "Comitato bioetica, la storia infinita. I veti incrociati bloccano il vertice"
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6 dicembre 2006 0:00
 
da La Repubblica del 6 dicembre 2006 (di Maria Novella De Luca)

Trenta membri contro gli attuali cinquanta. Un presi­dente di forte mediazione tra la componente laica e quella cattoli­ca. Una maggiore presenza fem­minile. E soprattutto l'urgenza di fare in fretta. Perché, settimana dopo settimana, mese dopo mese, e i mesi di ritardo sono ormai di­ventati sei, la nomina del nuovo presidente del Comitato di Bioetica, rischia di diventare sempre di più un fatto po­litico, il "baro­metro" dell'o­rientamento del Governo in quelle questio­ni, delicatissi­me, di origine e fine della vita, sulle quali spac­cature e polemi­che sono all'or­dine del giorno. Tutto l'affaire, candidature, suggerimenti, conferme o "ta­gli" sono sul ta­volo del sottose­gretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, cui è af­fidato il difficile compito di me­diazione tra op­poste spinte politiche. Forse mai come oggi infatti, dall'isti­tuzione del co­mitato nel 1990, con il governo presieduto da Andreotti, il no­me del presi­dente di questo organismo con­sultivo, ha ri­chiesto tanto la­voro di "tessitu­ra". Il serio rischio infatti non è tanto l'eventuale coro di critiche dell'opposizione, quanto una spaccatura netta all'interno del­l'Unione, così come sta già avve­nendo su tutti gli argomenti più sensibili, dal testamento biologi­co alle cellule staminali.

Tramontate, sembra, due can­didature forti, l'ex presidente Francesco D'Agostino, due volte nominato dai governi di Destra, e tramontata l'ipotesi di Stefano Rodotà, fortemente voluto dall'a­la laica dell'Unione, la ricerca del nome si è rivolta all'interno del Comitato. Una proposta sarebbe

stata fatta a due giuristi Gilda Fer­rando e Donato Busnelli, ma en­trambi avrebbero rifiutato. Candidati anche, ma su opposti fron­ti, il ginecologo e padre della fe­condazione artificiale in Italia Carlo Flamigni, appoggiato da buona parte della sinistra e il gine­cologo cattolico Romano Forleo, che ha partecipato all'ideazione della legge 40. Ma proprio la netta appartenenza ad uno schiera­mento piuttosto che ad un altro avrebbe fatto archiviare anche i loro nomi, mentre resta in lizza, sembra, Demetrio Neri, storico della filosofia di impostazione lai­ca. Resta probabile comunque la ricerca di un nome all'interno dell'attuale Comitato e magari una candidatura femminile, in nome di quel segno di rottura e di di­scontinuità chiesto con decisione nei giorni scorsi da Rifondazione Comunista, Verdi e Rosa nel Pu­gno. E forse, per cercare di mette­re insieme tutte le "anime" del centrosinistra la scelta potrebbe cadere su un laico (o laica) gradito però ai cattolici della Margherita. L'assenza del presidente del Comitato di Bioetica, proprio nei giorni in cui la drammatica vicen­da di Piergiorgio Welby fa il giro del mondo e i radicali proseguono lo sciopero della fame, si accompagna però ad una "proliferazio­ni" di organismi e istituzioni chiamati a dare il loro parere sui temi dell'origine e della fine della vita. A cominciare ad esempio, dalla Commissione (non comitato) di bioetica voluta da Amato all'inizio della legislatura, e sulla quale il Governo iniziò a litigare per deci­dere chi doveva entrare e chi re­stare fuori, e che non si è quasi mai riunita. Passando poi alla neonata commissione sulla "fine della vi­ta" appena nominata dal ministro della Sanità Livia Turco. Una mol­tiplicazione di ruoli e cariche che però non risolve il problema di fondo, e cioè il muro contro muro su tutte le questioni che hanno a che fare con l'etica. Lo dimostrano anche le ultime prese di posizio­ne. Marco Cappato, eurodeputa­to radicale chiede "tempi brevissimi per la nomina del nuovo comi­tato", e rilancia un nome "eccel­lente" come quello di Carlo Flami­gni o quello della scienziata Elena Cattaneo, in prima linea nella ri­cerca sulle cellule staminali. Sul fronte opposto l'Udc, con Luca Volontè, lancia un nuovo altolà: "Prodi non può cedere alla coppia Bonino-Mussi come ha fatto sul­l'embrione in Europa, e non può confermare anche sul Comitato di Bioetica il suo permanente 'dise­quilibrio' volto all'estremo laicismo e libertinismo antiumano".
 
 
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