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 ITALIA - ITALIA - Italia. Embrioni congelati e ricerca, l'opinione di Carlo Alberto Redi
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4 agosto 2005 18:47
 
Il quotidiano l'Unita' ha pubblicato lo scorso 26 luglio un articolo a firma Carlo Alberto Redi, rettore del Laboratorio di biologia dello sviluppo dell'universita' di Pavia, dal titolo: "Gli embrioni congelati: l'unico modo per dar loro la vita e' usarli per la ricerca".
"Il tema della clonazione non puo' prescindere dalla risoluzione di un problema ancora aperto: manca infatti ancora oggi una riflessione non lacunosa sulla sorte degli embrioni criopreservati. Dobbiamo parlarne e far capire al mondo cattolico che un piccolo aiuto per dirimere la questione puo' venire dalla applicazione del metodo scientifico, piu' che dal richiamo a principi etici o al concetto di persona, spesso chiamato impropriamente in causa.
Il concetto di persona non appartiene alla biologia ne' alla scienza fattuale, ha solo validita' in filosofia, diritto e teologia. Per molte religioni anche gli animali e gli uragani sono persone con anima come l'essere umano. Un suggerimento puo' essere quello di tentare una definizione in forma operazionale dell'etica, la teoria e la prassi della condotta che ha come scopo la felicita', ottenuta attraverso il possesso del bene.
Per Aristotele la felicita' e il bene sono la virtu'; per Kant e' l'autonomia dell'agire secondo gli universali. Ma non e' facile determinare la natura fattuale del bene. Anzi, e' evidente che il preteso consenso etico dell'umanita' continua ad essere un'affascinante ipotesi: lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, la guerra giusta e tutta la storia dell'umanita', indicano che e' probabilmente falsa.
L'etica e' determinata dalla religione e dalla ideologia. La religione e' l'adesione a una visione del mondo a cui si attribuisce valore di opzione fondamentale (religare) al punto che si puo' arrivare a dare anche la vita in suo nome. L'ideologia e' una visione e valutazione del mondo con trascendenza sociale (un'etica politica in Aristotele). Non possiamo quindi pretendere un'etica comune per un indu', per un cristiano o per un materialista dialettico.
Nella complessita' del mondo attuale solo un'etica della responsabilita' puo' aiutare nelle scelte decisionali in quanto l'elemento matrice comune delle etiche e' la condotta responsabile (cosciente e volontaria) e quindi la decisione.
Di fronte agli embrioni congelati disponiamo di quattro opzioni (l'adozione e' esclusa per legge, oltre che impraticabile): 1) lasciare gli embrioni congelati per secula seculorum. Di fatto questa decisione e' sinonimo di morte, seppure lenta. 2) Scongelarli e gettarli, accelerando cosi' la loro morte. 3) Impiegarli per la ricerca sul differenziamento cellulare; questa opzione implica la loro morte, ma ha l'attenuante di poter offrire alla umanita' importanti conoscenze scientifiche. 4) Impiegarli come cellule per terapie cellulari ricostruttive. Cio' implica la vita dell'embrione, sebbene in una forma diffusa, poiche' le sue cellule saranno disperse in altri individui che partecipano alla vita.
Risulta immediato che solo la quarta assicura la vita dell'embrione, al di la' delle posizioni ideologiche, religiose ed etiche. La decisone sul loro destino deve essere ridotta al "che fare" e non posta nella prospettiva di derivare la decisione in base al "cosa sono". Questi embrioni esistono e chiedono una fine migliore di quella che li vede restare per secula seculorum nel freddo polare (ma e' praticabile? nessuno puo' crederlo! abbandonati da tutti, prima o poi qualcuno reclamera' i costi del loro mantenimento e verranno distrutti) o gettati in un lavandino: chiedono di partecipare, ora che sono stati creati, ad un processo materio-energetico che chiamiamo vita".
 
 
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Il quotidiano l'Unita' ha pubblicato lo scorso 26 luglio un articolo a firma Carlo Alberto Redi, rettore del Laboratorio di biologia dello sviluppo dell'universita' di Pavia, dal titolo: "Gli embrioni congelati: l'unico modo per dar loro la vita e' usarli per la ricerca".
"Il tema della clonazione non puo' prescindere dalla risoluzione di un problema ancora aperto: manca infatti ancora oggi una riflessione non lacunosa sulla sorte degli embrioni criopreservati. Dobbiamo parlarne e far capire al mondo cattolico che un piccolo aiuto per dirimere la questione puo' venire dalla applicazione del metodo scientifico, piu' che dal richiamo a principi etici o al concetto di persona, spesso chiamato impropriamente in causa.
Il concetto di persona non appartiene alla biologia ne' alla scienza fattuale, ha solo validita' in filosofia, diritto e teologia. Per molte religioni anche gli animali e gli uragani sono persone con anima come l'essere umano. Un suggerimento puo' essere quello di tentare una definizione in forma operazionale dell'etica, la teoria e la prassi della condotta che ha come scopo la felicita', ottenuta attraverso il possesso del bene.
Per Aristotele la felicita' e il bene sono la virtu'; per Kant e' l'autonomia dell'agire secondo gli universali. Ma non e' facile determinare la natura fattuale del bene. Anzi, e' evidente che il preteso consenso etico dell'umanita' continua ad essere un'affascinante ipotesi: lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, la guerra giusta e tutta la storia dell'umanita', indicano che e' probabilmente falsa.
L'etica e' determinata dalla religione e dalla ideologia. La religione e' l'adesione a una visione del mondo a cui si attribuisce valore di opzione fondamentale (religare) al punto che si puo' arrivare a dare anche la vita in suo nome. L'ideologia e' una visione e valutazione del mondo con trascendenza sociale (un'etica politica in Aristotele). Non possiamo quindi pretendere un'etica comune per un indu', per un cristiano o per un materialista dialettico.
Nella complessita' del mondo attuale solo un'etica della responsabilita' puo' aiutare nelle scelte decisionali in quanto l'elemento matrice comune delle etiche e' la condotta responsabile (cosciente e volontaria) e quindi la decisione.
Di fronte agli embrioni congelati disponiamo di quattro opzioni (l'adozione e' esclusa per legge, oltre che impraticabile): 1) lasciare gli embrioni congelati per secula seculorum. Di fatto questa decisione e' sinonimo di morte, seppure lenta. 2) Scongelarli e gettarli, accelerando cosi' la loro morte. 3) Impiegarli per la ricerca sul differenziamento cellulare; questa opzione implica la loro morte, ma ha l'attenuante di poter offrire alla umanita' importanti conoscenze scientifiche. 4) Impiegarli come cellule per terapie cellulari ricostruttive. Cio' implica la vita dell'embrione, sebbene in una forma diffusa, poiche' le sue cellule saranno disperse in altri individui che partecipano alla vita.
Risulta immediato che solo la quarta assicura la vita dell'embrione, al di la' delle posizioni ideologiche, religiose ed etiche. La decisone sul loro destino deve essere ridotta al "che fare" e non posta nella prospettiva di derivare la decisione in base al "cosa sono". Questi embrioni esistono e chiedono una fine migliore di quella che li vede restare per secula seculorum nel freddo polare (ma e' praticabile? nessuno puo' crederlo! abbandonati da tutti, prima o poi qualcuno reclamera' i costi del loro mantenimento e verranno distrutti) o gettati in un lavandino: chiedono di partecipare, ora che sono stati creati, ad un processo materio-energetico che chiamiamo vita".
 
 
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