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 ITALIA - ITALIA - Italia. Un centro di medicina rigenerativa in Piemonte, una proposta
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4 agosto 2005 19:25
 
Creare in Piemonte un Centro di medicina rigenerativa. E' questa la proposta che durante l'incontro del 29 luglio con il responsabile del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, e' stato illustrata dal direttore del Centro regionale di riferimento per i trapianti della Regione Piemonte, Antonio Amoroso, all'assessore alla Sanita' Mario Valpreda.
Un appuntamento che e' stato innanzitutto un'occasione per fare il punto sullo stato della donazione di organi in Piemonte. "Ho preso atto con soddisfazione -ha dichiarato l'assessore Valpreda- che al primo semestre 2005 la percentuale di donazioni nella nostra regione e' stato di 35,8 ogni milione di abitanti, cifra superiore non solo alla media nazionale (21,4), ma anche a quella del Nord Italia (29,8). Del resto, sul nostro territorio sono presenti competenze scientifiche di grande rilievo: solo a Torino, sono gia' attivi cinque centri trapianti di midollo osseo e di cellule staminali ematopoietiche, mentre altri due centri sono operativi ad Alessandra e a Cuneo. Sempre a Torino, funzionano inoltre cinque centri di trapianti d'organi (rene, fegato, cuore, polmone e pancreas), piu' un ulteriore centro trapianti di rene a Novara. In Piemonte, esistono poi anche cinque banche di tessuto a cui si appoggiano numerosi centri che eseguono trapianti di cornee, tessuto muscolo scheletrico, cute, membrane amniotiche, valvole e segmenti vascolari. E infine sono attivi numerosi gruppi di ricerca che hanno prodotto qualificati articoli scientifici pubblicati sulle piu' prestigiose riviste mediche internazionali. Un patrimonio che noi ci ripromettiamo non solo di mantenere, ma anche di valorizzare, cosi' come intendiamo avvalerci della collaborazione che ci e' stata offerta dal Centro nell'ambito della predisposizione del nuovo piano sanitario regionale".
"Le criticita' riguardano soprattutto le patologie croniche e il fatto che il numero di organi e di tessuti disponibili continuino a rimanere al di sotto delle necessita'. Problemi, questi, che potrebbero essere risolti o alleviati con l'utilizzo di trapianti di tessuti o di cellule staminali adulte, non senza ricadute positive anche in termini di spesa. Attualmente, pero', esistono ancora forti limitazioni all'utilizzo clinico di simili applicazioni, imposte dalla organizzazione del lavoro, dalla difficolta' di standardizzazione e di scala dei processi, dalla frammentazione delle attivita' e delle risorse umane e economiche".
Di qui la necessita' di attivare in Piemonte una cosiddetta "Cell, Tissue and Molecular Factory" (Fabbrica di cellule e di tessuti), che, conformemente alle normative europee vigenti in materia, consenta di introdurre nel mondo sanitario tecnologie e prodotti all'avanguardia nella medicina, nel pieno rispetto della sicurezza per i pazienti sia durante gli studi clinici sperimentali, sia nel trattamento terapeutico a regime.
L'impegno che il Centro regionale di riferimento per i trapianti chiede alla giunta Bresso per la realizzazione del progetto si articola in quattro punti: il reperimento di uno spazio di circa 1500 metri quadrati, un contributo all'arredo dei laboratori del nuovo edificio; la partecipazione alla creazione della "Cell Factory"; l'arruolamento di personale altamente qualificato attraverso l'assegnazione di borse di studio e di assegni di ricerca.
"Ho ascoltato con interesse la proposta che ci e' stata avanzata -ha concluso Valpreda- che verra' valutata con grande attenzione, per i molteplici vantaggi che potrebbero derivarne dalla sua realizzazione. In primo luogo sul terreno dell'assistenza sanitaria, ma contemporaneamente anche sul piano della ricerca, della crescita culturale e, non ultimo, di quella produttiva. L'individuazione delle metodologie scientifiche su guidare i processi di proliferazione e differenziazione cellulari e lo sviluppo di tecniche di laboratorio determinera' infatti importanti innovazioni mediche e una partecipazione sempre piu' massiccia del mondo produttivo e commerciale nell'ambito sanitario. E attraverso la collaborazione con l'industria sullo sviluppo di studi clinici si puo' pensare di avviare una proficua interazione tra il settore dei servizi e quello produttivo".
 
 
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