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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Gb. Clonazione umana contro le malattie mitocondriali
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Notizia 
15 settembre 2005 18:13
 
Scienziati britannici hanno ricevuto l'autorizzazione a clonare un embrione umano utilizzando il materiale genetico di due madri.
L'equipe dell'Universita' di Newcastle trasferira' il nucleo di un embrione umano in un ovulo non fertilizzato di una seconda donna. Il fine dell'operazione e' impedire alle madri di passare alcune malattie genetiche al feto. Queste malattie, dette mitocondriali, derivano da dna trovato fuori dal nucleo e percio' ereditato separatamente dal dna nel nucleo.
I mitocondri sono piccole strutture complesse che esistono in ogni cellula del corpo, eccezion fatta per i globuli rossi: producono gran parte dell'energia di cui abbiamo bisogno per crescere e vivere. Quegli organi del corpo che hanno bisogno di molta energia per funzionare adeguatamente -come cervello, cuore, reni- sono particolarmente dipendenti dal buon funzionamento dei mitocondri.
Studi sui topi hanno mostrato che e' possibile prevenire la trasmissione dei disturbi mitcondriali muovendo il nucleo da un ovulo che contiene cattivi mitocondri a un altro che contiene solo buoni mitocondri. Doug Turnbull, neurologo all'Universita' di Newcastle e Mary Herbert, direttore scientifico del Newcastle Fertility Centre for Life, si apprestano ora a testare il metodo sugli esseri umani.

Interessante dal punto di vista sperimentale ma difficilmente traducibile in una pratica clinica accettata, poiche' si pone come presupposto l'accettazione della clonazione umana. Questa, in sintesi, la posizione del direttore dell'Istituto di genetica dell'Universita' Cattolica di Roma, Giovanni Neri, in merito all'annuncio dei ricercatori dell'Universita' di Newcastle.
"In questa operazione puo' esserci un interesse sperimentale, ma e' difficile che una simile metodica posa poi tradursi in una pratica accettata e applicata. Significherebbe infatti dover comunque accettare il principio dell'ammissibilita' della clonazione umana".
"Dal punto di vista tecnico non mi sembra ci siano grosse novita', dal momento che il trasferimento di nucleo e' stato gia' effettuato varie volte sugli animali. Ma che sia stata data l'autorizzazione a procedere ad una sperimentazione in tal senso sull'uomo mi lascia molto perplesso".

Mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, boccia l'autorizzazione, e la definisce illecita. "Posso dire, prima di tutto -ha detto a Radio Vaticana- che si tratta di una sperimentazione il cui esito e' tutto da vedere. Dal punto di vista morale vi sono almeno tre illeciti. Uno: che si fa una clonazione vera e propria, cioe' si trasferisce un nucleo preso da una cellula di un embrione; secondo: questo embrione da cui si prende il nucleo viene soppresso; terzo: si crea un nuovo embrione e lo si trasferisce nella donna, che diventa una madre surrogata. Vi e' dunque tutto un incrocio di illeciti sul quale il giudizio della morale -non soltanto cattolica, credo- e' completamente negativo".
 
 
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L'equipe dell'Universita' di Newcastle trasferira' il nucleo di un embrione umano in un ovulo non fertilizzato di una seconda donna. Il fine dell'operazione e' impedire alle madri di passare alcune malattie genetiche al feto. Queste malattie, dette mitocondriali, derivano da dna trovato fuori dal nucleo e percio' ereditato separatamente dal dna nel nucleo.
I mitocondri sono piccole strutture complesse che esistono in ogni cellula del corpo, eccezion fatta per i globuli rossi: producono gran parte dell'energia di cui abbiamo bisogno per crescere e vivere. Quegli organi del corpo che hanno bisogno di molta energia per funzionare adeguatamente -come cervello, cuore, reni- sono particolarmente dipendenti dal buon funzionamento dei mitocondri.
Studi sui topi hanno mostrato che e' possibile prevenire la trasmissione dei disturbi mitcondriali muovendo il nucleo da un ovulo che contiene cattivi mitocondri a un altro che contiene solo buoni mitocondri. Doug Turnbull, neurologo all'Universita' di Newcastle e Mary Herbert, direttore scientifico del Newcastle Fertility Centre for Life, si apprestano ora a testare il metodo sugli esseri umani.

Interessante dal punto di vista sperimentale ma difficilmente traducibile in una pratica clinica accettata, poiche' si pone come presupposto l'accettazione della clonazione umana. Questa, in sintesi, la posizione del direttore dell'Istituto di genetica dell'Universita' Cattolica di Roma, Giovanni Neri, in merito all'annuncio dei ricercatori dell'Universita' di Newcastle.
"In questa operazione puo' esserci un interesse sperimentale, ma e' difficile che una simile metodica posa poi tradursi in una pratica accettata e applicata. Significherebbe infatti dover comunque accettare il principio dell'ammissibilita' della clonazione umana".
"Dal punto di vista tecnico non mi sembra ci siano grosse novita', dal momento che il trasferimento di nucleo e' stato gia' effettuato varie volte sugli animali. Ma che sia stata data l'autorizzazione a procedere ad una sperimentazione in tal senso sull'uomo mi lascia molto perplesso".

Mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, boccia l'autorizzazione, e la definisce illecita. "Posso dire, prima di tutto -ha detto a Radio Vaticana- che si tratta di una sperimentazione il cui esito e' tutto da vedere. Dal punto di vista morale vi sono almeno tre illeciti. Uno: che si fa una clonazione vera e propria, cioe' si trasferisce un nucleo preso da una cellula di un embrione; secondo: questo embrione da cui si prende il nucleo viene soppresso; terzo: si crea un nuovo embrione e lo si trasferisce nella donna, che diventa una madre surrogata. Vi e' dunque tutto un incrocio di illeciti sul quale il giudizio della morale -non soltanto cattolica, credo- e' completamente negativo".
 
 
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