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 FRANCIA - FRANCIA - Francia. Montagner: la clonazione, falsa pista per l'immortalita'
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18 agosto 2005 16:26
 
"Se potessimo sfuggire, e non e' impossibile che avvenga in futuro, ai programmi genetici di mortalita', probabilmente moriremmo tutti di cancro dopo aver vissuto per 120 o 150 anni". La doccia fredda alle mirabolanti promesse di vita eterna della fanta-medicina arriva dal prof. Luc Montagner, lo scienziato francese co-scopritore del virus dell'Hiv, che a Cortina d'Ampezzo ha preso parte al Premio Cornaro nell'ambito della kermesse "Cortina, Cultura e Natura".
"Biologicamente la morte di un individuo e' inevitabile", ha aggiunto Montagner, che ha voluto anche sfatare il mito della clonazione umana: "una falsa pista" l'ha definita l'immunologo francese. "L'usura provocata dall'esposizione ai fattori ambientali sregola, a lungo andare, i meccanismi che controllano la divisione cellulare". E tornando ad esprimersi sul limite ipotetico della vita umana fino a 120-150 anni, non tenendo conto dei rischi del cancro, Montagner ha osservato che tuttavia "la nostra vita non ha ancora raggiunto questo limite". "Senza parlare di immortalita', possiamo forse prolungare la vita grazie alle conoscenze scientifiche. Possiamo sopprimere i tumori, le malattie cardiovascolari e quelle neurodegenerative, e guadagnare vent'anni. Ma siamo lontani dall'immortalita'. Non vedo soluzioni alternative in un futuro prossimo". E le porte spalancate alla scienza dalla clonazione ? "Con la clonazione si ottiene un individuo riprodotto da un genoma, proveniente da una cellula somatica di un individuo adulto, che sarebbe biologicamente un vero e proprio gemello di quest'ultimo, ma non avrebbe ne' la personalita' ne' il vissuto acquisito nel suo cervello. Possiamo considerare altre soluzioni? In questo caso bisogna pensare alla fisica, ma entreremmo nel campo della fantascienza".
Infine lo scienziato si e' espresso in modo netto sul comportamento etico che la scienza dovrebbe a suo avviso auto-imporsi. "Mi oppongo a quell'atteggiamento giustificazionista verso qualunque esperimento, alieno dalle eventuali conseguenze negative. I ricercatori dovrebbero avere coscienza della propria responsabilita' e non intraprendere esperimenti che possano nuocere o uccidere altri esseri umani. Che tutti i biologi, allora, prestino il giuramento di Ippocrate: 'Primum non nocere!'".
 
 
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