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 ITALIA - ITALIA - Cannabis terapeutica. Legge Regione Veneto e le sue contraddizioni
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Notizia 
11 marzo 2015 9:06
 
Vorremmo tornare sulle incredibili direttive applicative della legge regionale riguardanti i medicinali cannabinoidi. Esse sono state infatti presentate all’ultima riunione dell’Officina Algologica Veneta, che riunisce gran parte dei terapisti del dolore della regione, suscitando sconcerto e perplessità.
Innanzitutto perché nessuno ne era stato informato, smentendo lo stesso Ministero della Sanità che sul suo sito dichiara che tali farmaci saranno utilizzati nella terapia del dolore. Ma sono inoltre emerse ulteriori stridenti contraddizioni.
Ricorderete che la prescrivibilità secondo il Servizio Sanitario Regionale è prevista in un solo caso. In pratica non si è fatto altro che prendere le indicazioni di un farmaco a base di cannabis registrato, il Sativex, previsto per gli spasmi nella sclerosi multipla resistenti a tutti i farmaci e su indicazione solo degli specialisti neurologi, e trasferirle alle infiorescenze (farmaco galenico), che vengono indicate, guarda caso, esclusivamente negli spasmi da lesione midollare resistenti a tutti i farmaci e sempre su
indicazione solo di specialisti neurologi. Ma la registrazione del Sativex corrisponde solo a scelte di marketing dell’azienda produttrice, che ha deciso di puntare le sue sperimentazioni (sappiamo quanto enormemente costosi sono gli studi clinici sui farmaci) su tale patologia. Peraltro il Sativex in Canada è ufficialmente registrato anche per il dolore da cancro. A quanto pare i malati di cancro canadesi sono diversi da quelli veneti.
Inoltre i criteri regionali prevedono che i cannabinoidi debbano essere impiegati solo su pazienti che non rispondono a tutti gli altri farmaci miorilassanti, cioè contro gli spasmi; ma, ecco la contraddizione, devono essere usati “in associazione ai miorilassanti”. Ma se per definizione questi non funzionano, perché continuare a somministrarli? Spetterà bene al medico curante se farlo o no, altrimenti chi risponderà di possibili interazioni od effetti collaterali dovuti a una, incongrua, somministrazione contemporanea? Il medico o un funzionario della Regione?
Le leggi nazionali prevedono poi che la prescrizione (richiesta di importazione, trattandosi di farmaci non ancora prodotti in Italia) venga fatta su un modulo, redatto dal Ministero, totalmente anonimo. Anche le prescrizioni a carico del malato, cioè le ricette “bianche”, secondo la legge 94/98 (cosiddetta Legge “Di Bella”) sono anonime, e non devono riportare il nome del malato, ma solo un “codice alfanumerico”, che rimanda a un registro personale tenuto dal curante. Le direttive regionali con il motivo, peraltro legittimo, di monitorare l’uso di questi farmaci, prevedono invece che i medici che
prescrivono debbano inviare alla Regione dei moduli non solo con le loro generalità, ma anche con nome, cognome, data di nascita, codice fiscale e patologia del malato! Alla faccia delle leggi sulla privacy! Quindi un malato non solo dovrà pagarsi il farmaco di tasca sua, anche se magari ha un cancro terminale, ma dovrà spiattellare i suoi dati pubblicamente. Perché fornire queste informazioni sensibili a qualche oscuro funzionario regionale? Fortunatamente l'originale legge regionale, peraltro buona, non prevede sanzioni, per la qual cosa riteniamo che queste direttive resteranno in gran parte disattese.
E visto che parliamo di trasparenza e privacy, queste linee di indirizzo regionale sono state elaborate da un “Gruppo tecnico di lavoro” istituito con Decreto del 14 maggio 2013, n.40. Per quanto a lungo abbiamo però ricercato sul sito regionale i particolari di questo decreto, non siamo riusciti a saperne
nulla. Come è stato istituito? In base a quali criteri sono stati scelti i suoi componenti? Di certo le associazioni di medici e pazienti che da anni si occupano della questione non sono state coinvolte. E ancora, chi sono i componenti di questo “gruppo tecnico”? Tutte domande alle quali vorremmo fosse
data risposta, in base al diritto di accesso agli atti amministrativi (Legge 7 agosto 1990, n.241)


Sottoscrivono il presente documento :
1) Associazione per la Cannabis Terapeutica (ACT), sede legale: studio Campanelli/Averni via Dardanelli 37, 00195 Roma.
2) dr Paola Bassetto, Medico di Medicina Generale, Venezia.
3) Giorgio Bignami, già dirigente di ricerca in psicofarmacologia presso l'Istituto superiore di sanità, Roma. Ex Presidente dell'Associazione Forum Droghe.
4) Francesco Crestani, Servizio di Terapia del Dolore e Cure Palliative, U.O. Anestesia e Rianimazione, ULS 18 Rovigo-Trecenta. Presidente Associazione Cannabis Terapeutica.
5) Dr. Sandro Fabbro, Medico Chirurgo, Odontoiatra, Moruzzo, Udine.
6) Prof. Enrico Facco, Cattedra di Anestesia Generale e Speciale Odontostomatologica, Dipartimento di Neuroscienze - Università di Padova.
7) Stefano Ferretti, Medico Chirurgo, Specialista in anestesia e rianimazione, U.V.T.A (Unità Valutazione Technology Assessment), Azienda Ospedaliera di Padova. 
8) Gianpaolo Grassi, Primo ricercatore del Consiglio per le Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, Centro di Ricerca per le Colture Industriali, CRA-CIN, Rovigo.
9) Franjo Grotenhermen, M.D. Executive Director, International Association for Cannabinoid Medicines (IACM), Am Mildenweg 6 D-59602 Ruethen, Germany.
10) Dott Giorgio Mariot, Direttore UOSD Terapia Antalgica ULSS 5 Regione Veneto.
11) Dr. Luigi Romano, Cannabis Biologist, Associate Member of the International Association for Cannabinoids Medicine.
12) Roberto Saia, Medico Chirurgo, Libero Professionista, Specialista in Chirurgia Generale, Chirurgia Plastica, Odontostomatologia. Membro del Comitato Ospedale Senza Dolore (C.O.S.D.) dell'Azienda Ospedale-Università, Padova.
13) Nunzio Santalucia, medico specialista in tossicologia, Servizio Tossicodipendenze, Pisa; socio fondatore di Forum Droghe,?del Centro Culturale Canapa e dell’Associazione Canapa Terapeutica.
14) Leonardo Trentin, Direttore UO Terapia del Dolore e Cure Palliative, Istituto Oncologico Veneto, IRCCS, Via Gattamelata, 64, 35128 Padova.
15) Gastone Zanette, Ricercatore in Anestesiologia, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Padova. 


 
 
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