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 ITALIA - ITALIA - Bando di ricerca esclude staminali embrionali? Il Governo: e' colpa delle Regioni
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6 luglio 2009 0:00
 
'E' falso che il governo abbia voluto escludere dai finanziamenti i progetti che prevedono l'uso di linee staminali embrionarie. Sono state le Regioni a chiedere di introdurre questa limitazione'. Il sottosegretario alla Salute risponde cosi' all'articolo della rivista Nature che ha messo sotto accusa il sistema italiano della ricerca pubblica.
Sul veto posto dalla Lombardia sulle staminali embrionarie - commenta Fazio in un'intervista al Corriere della Sera - 'a volte e' necessario accettare compromessi. Il mio obiettivo era mandare avanti il bando, che altrimenti si sarebbe fermato'.
Come ricercatore, afferma Fazio, 'sono convinto che dal punto di vista scientifico le staminali adulte siano piu' interessanti. Non c'e' bisogno di scomodare l'embrione'.
L'apertura alle cellule staminali di Sergio Pagano, prefetto dell'Archivio Segreto del Vaticano, 'mi fa molto piacere', dice il sottosegretario. Ma 'questo non sottintende un giudizio sulle cellule staminali embrionali'.

La Lombardia ha contribuito attivamente alla stesura del documento in cui si stabilisce di escludere le staminali embrionali dai finanziamenti ministeriali alla ricerca. Carlo Lucchina, direttore generale Sanita' della Regione Lombardia, commenta all'ADNKRONOS SALUTE quanto dichiarato dal viceministro Ferruccio Fazio sulla 'genesi' del bando ministeriale che stanzia 8 milioni di euro per progetti sulle cellule staminali e sulla decisione di cancellare gli studi che prevedono l'uso di staminali embrionali.
"E' vero che la Lombardia ha contribuito alla decisione di dire no alle embrionali. Ma e' anche vero -sottolinea- che l'accordo sui bandi di ricerca e' stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, d'intesa con il viceministro della Salute. Dunque tutte le Regioni sono d'accordo con la modifica sulle embrionali, e anche lo stesso Fazio". Del resto, ribadisce Lucchina, "il viceministro ha anche sottolineato che da un punto di vista scientifico sembrano offrire piu' possibilita' le staminali adulte piuttosto che le embrionali. Una posizione che condividiamo".
Il Dg della sanita' lombarda ammette che sulle staminali possano esserci pareri contrastanti rispetto alla linea stabilita da ministero e Regioni. Il riferimento e' al ricorso contro il bando, presentato al Tar da tre ricercatrici fra cui figura anche la scienziata lombarda Elena Cattaneo. "La loro -conclude Lucchina- e' una posizione rispettabile che va valutata. Staremo a vedere. Per il momento, pero', bisogna essere coerenti con quanto stabilito dal documento approvato in Conferenza Stato-Regioni. Se si arrivera' a una modifica, l'accetteremo. Ma al momento vale quanto stabilito", cioe' che i progetti che usano linee di cellule di origine embrionale non potranno avvalersi di fondi pubblici, assegnati attraverso bandi ministeriali da cui sono esclusi.

"Nell'intervista al Corriere della sera di oggi il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio ricostruisce la vicenda dell'esclusione dai finanziamenti pubblici della ricerca realizzata sulle cellule staminali embrionali, attribuendo ogni responsabilita' alle Regioni che avrebbero imposto l'aggiunta della clausola discriminatoria contro le embrionali". Lo afferma Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni per la liberta' scientifica. "Sarebbe certo importante che i rappresentanti delle Regioni, in particolare quelli che si professano "laici" e favorevoli alla ricerca, chiarissero il proprio ruolo nella vicenda. Ma la questione centrale e' un'altra. Chiunque abbia proposto la esclusione delle embrionali - e non ci risulta che il Governo si sia in alcun modo opposto, anzi - lo ha fatto CONTRO persino la proibizionista Legge 40, che non esclude affatto la possibilita' di fare ricerca sulle cellule staminali embrionali, purche' derivate da linee cellulari estratte all'estero. Si tratta della stessa limitazione che colpisce i fondi dell'Unione europea, che infatti finanziano la ricerca sulle staminali embrionali in diversi centri italiani.
L'affermazione del Ministro sulle scienziate italiane che hanno fatto ricordo al Tar - 'le ricercatrici sono disinformate, perderanno il ricorso' - collega dunque del tutto abusivamente la questione di chi abbia voluto l'esclusione con questione della legittimita' (inesistente, sia sul piano scientifico che su quello) dell'esclusione stessa. E intanto oltre a rispondere alle interviste sui giornali, il ministro dovrebbe dare risposta all'interrogazione dei senatori radicali eletti nel Pd, Donatella Poretti e Marco Perduca del 5 marzo scorso".
 
 
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