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 BELGIO - BELGIO - 93enne sana vuole l'eutanasia: sono a letto da mesi
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Notizia 
23 marzo 2009 0:00
 
Annemarie Van Esbeen ha 93 anni. E' una vecchina smunta, dai capelli bianchi e lo sguardo dolce. Non è malata, ma da mesi è stesa su un letto a guardare il soffitto.
Lo hanno deciso i medici, per loro è meglio cosí.
 
Per lei peró no, non è meglio cosí ed ha preso una decisione, l'unica forse che una persona anziana, che vive in una casa di riposo, alla quale è proibito scendere dal letto puó prendere: vuole morire. E ci prova con i mezzi che ha: non mangia. Non è una forma di protesta, ma una forma di eutanasia.
 
Annemarie, detta Amelie, vive in una casa per anziani a Merksem, un sobborgo di Anversa, nel nord del Belgio e da alcuni giorni beve soltanto, non mangia piú. E guarda il soffitto, come le hanno prescritto i medici. Per questo chiede di poter morire, perchè non ha piú nulla da fare da viva, nulla per cui valga la pena vivere, spiga lei stessa al quotidiano fiammingo Het Nieuwsblad.
 
Il personale della casa di riposo ha provato a farle cambiare idea, ma non c'è stato nulla da fare. Anche la sua famiglia, che all'inizio aveva rifiutato la scelta di morire, alla fine ha ceduto ed ha lanciato una petizione perchè ad Amelie possa essere applicata la legge sull'eutanasia, ma non trovano nessun medico disposto a praticarla.
 
Misure di prolungamento della vita, compreso il ricovero in ospedale, o l'alimentazione per mezzo di un tubo nello stomaco non sono piú opzioni praticabili, alla sua età.
 
La casa di riposo dunque lascia semplicemente correre le cose "e non fa altro che prolungare il suo assurdo stato di sofferenza", si lamenta la figlia.
 
E' peró già molto, questo "venire incontro" alla volontà di Amelie, dato che , come spiega Wim Distelmans, presidente della commissione di valutazione per l'eutanasia, Amelie soffre di polipatologia, una combinazione di vecchiaia e infermità che per lei tolgono significato alla vita. Dato che Amelie non soffre di una malattia incurabile, non è considerata un valido candidato all'eutanasia.
 
Distelmans, peró, non volendo parlare di questo caso inparticolare, ha affermato che "una insopportabile sofferenza dovrebbe essere un motivo sufficiente per l'attuazione dell'eutanasia".
 
 
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