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 USA - USA - Usa. Alabama. Dottoressa accusata di eutanasia scatena il confronto
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Notizia 
30 marzo 2006 0:00
 
Una dottoressa della contea di Marshall accusata di aver ucciso l'anziana madre del fidanzato con una overdose di morfina, e' al centro di un dibattito che sta spaccando l'opinione pubblica locale. Secondo alcuni infatti si tratterebbe di eutanasia.
Karen Fancher, 38 anni, che ha praticato la professione medica fino allo scorso mese, e' accusata di aver somministrato una serie di iniezioni di morfina che hanno causato la morte di Jannie Apolonia Koza, 82 anni, avvenuta nel suo letto d'ospedale nel gennaio 2005.
Amanda Riley, residente nella contea e la cui madre era una paziente di Fancher, difende a spada tratta la dottoressa: "Se e' qualcuno che ha curato nel modo in cui i medici hanno preso cura di mia madre, dio la benedica". L'accenno di Riley alla dolorosa esperienza di fine vita della madre e' un argomento frequente di conversazione di questi tempi nei locali della contea. Moltissime persone raccontano la sofferenza di loro cari negli ultimi giorni di vita, spesso soffermandosi sulla descrizione dei tubicini dell'alimentazione artificiale, il trattamento del dolore e come prendersi cura dei malati gravi.
"Mi vengono i brividi a pensarci", ha detto un altro ex paziente di Fancher, che ha aggiunto: "Si fa piu' per un cane quando giunge alla fine della vita di quanto si faccia per un essere umano".
"E' semplicemente piu' facile dare la colpa a lei perche' e' una donna", dice Catherine Willis, una dentista che si e' schierata con Fancher.
Secondo il Procuratore distrettuale Steve Marshall il caso e' unico, ma la legge parla chiaro. "La legge non ammette queste cose (ndr. eutanasia). Non esiste alcun omicidio ammissibile". Sempre secondo la Procura, Koza e' morta per grave overdose di morfina, somministratale da Fancher in dosi di 10 milligrammi fatte ogni 5 minuti in un arco di 70 minuti.
Il direttore dell'ospedale dove la donna e' deceduta, Gary Gore, ha detto che Fancher ha registrato le iniezioni sulla cartella clinica, di fatto autodenunciandosi. Si era poi dimessa pochi giorni dopo la morte.
In nessun altro caso in cui un suo paziente e' deceduto appare esserci un suo coinvolgimento attivo.
 
 
 
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30 marzo 2006 0:00
 
Una dottoressa della contea di Marshall accusata di aver ucciso l'anziana madre del fidanzato con una overdose di morfina, e' al centro di un dibattito che sta spaccando l'opinione pubblica locale. Secondo alcuni infatti si tratterebbe di eutanasia.
Karen Fancher, 38 anni, che ha praticato la professione medica fino allo scorso mese, e' accusata di aver somministrato una serie di iniezioni di morfina che hanno causato la morte di Jannie Apolonia Koza, 82 anni, avvenuta nel suo letto d'ospedale nel gennaio 2005.
Amanda Riley, residente nella contea e la cui madre era una paziente di Fancher, difende a spada tratta la dottoressa: "Se e' qualcuno che ha curato nel modo in cui i medici hanno preso cura di mia madre, dio la benedica". L'accenno di Riley alla dolorosa esperienza di fine vita della madre e' un argomento frequente di conversazione di questi tempi nei locali della contea. Moltissime persone raccontano la sofferenza di loro cari negli ultimi giorni di vita, spesso soffermandosi sulla descrizione dei tubicini dell'alimentazione artificiale, il trattamento del dolore e come prendersi cura dei malati gravi.
"Mi vengono i brividi a pensarci", ha detto un altro ex paziente di Fancher, che ha aggiunto: "Si fa piu' per un cane quando giunge alla fine della vita di quanto si faccia per un essere umano".
"E' semplicemente piu' facile dare la colpa a lei perche' e' una donna", dice Catherine Willis, una dentista che si e' schierata con Fancher.
Secondo il Procuratore distrettuale Steve Marshall il caso e' unico, ma la legge parla chiaro. "La legge non ammette queste cose (ndr. eutanasia). Non esiste alcun omicidio ammissibile". Sempre secondo la Procura, Koza e' morta per grave overdose di morfina, somministratale da Fancher in dosi di 10 milligrammi fatte ogni 5 minuti in un arco di 70 minuti.
Il direttore dell'ospedale dove la donna e' deceduta, Gary Gore, ha detto che Fancher ha registrato le iniezioni sulla cartella clinica, di fatto autodenunciandosi. Si era poi dimessa pochi giorni dopo la morte.
In nessun altro caso in cui un suo paziente e' deceduto appare esserci un suo coinvolgimento attivo.
 
 
 
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