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 OLANDA - OLANDA - Olanda. Eduard Verhagen: in Italia non sanno di cosa parlano
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29 marzo 2006 0:00
 
"Nella campagna elettorale italiana, le persone dicono cose tremende senza sapere di cosa parlano. Per questo ho scelto di non rispondere". Comincia così l'intervista rilasciata al settimanale 'News', in edicola domani, dal professore olandese Eduard Verhagen, direttore della clinica pediatrica all'University Medical Center di Groningen, ribattezzato 'Dottor Morte'. Verhagen, oltre a raccontare alcuni episodi del suo lavoro, risponde alle accuse che gli sono state rivolte da quotidiani italiani e dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, per aver detto che su mille bambini che muoiono, per 600 c'é una decisione medica. "Di quei mille bambini - dice Verhagen - da 350 a 400 muoiono fuori dell'ospedale per incidenti stradali o per sindrome da morte improvvisa. Gli altri 600 muoiono invece all'interno nell'ospedale, perché sono così malati da aver bisogno delle cure delle unità di terapia intensiva. Quando io dico che queste morti 'sono legate a una decisione del medico', intendo dire che questi decessi avvengono negli ospedali, dove ci sono medici che si occupano di loro". Il medico spiega anche che, contrariamente a quanto affermato su un giornale italiano, "la proposta olandese non destina alla morte bambini disabili. Secondo il protocollo di Groningen, è impossibile infatti applicare l'eutanasia sui bambini portatori di handicap. Il documento è stato concepito solo per i casi di malattie incurabili che si accompagnano a sofferenze atroci, che non possono essere attenuate in alcun modo. E inoltre si riferisce a un gruppo di pazienti molto piccolo. In Olanda abbiamo avuto dai 10 ai 15 casi ogni anno, riguardanti bambini affetti da malattie incurabili, con sofferenze atroci. La domanda è: che cosa devono fare i medici di fronte a questi bambini?".
 
 
 
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"Nella campagna elettorale italiana, le persone dicono cose tremende senza sapere di cosa parlano. Per questo ho scelto di non rispondere". Comincia così l'intervista rilasciata al settimanale 'News', in edicola domani, dal professore olandese Eduard Verhagen, direttore della clinica pediatrica all'University Medical Center di Groningen, ribattezzato 'Dottor Morte'. Verhagen, oltre a raccontare alcuni episodi del suo lavoro, risponde alle accuse che gli sono state rivolte da quotidiani italiani e dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, per aver detto che su mille bambini che muoiono, per 600 c'é una decisione medica. "Di quei mille bambini - dice Verhagen - da 350 a 400 muoiono fuori dell'ospedale per incidenti stradali o per sindrome da morte improvvisa. Gli altri 600 muoiono invece all'interno nell'ospedale, perché sono così malati da aver bisogno delle cure delle unità di terapia intensiva. Quando io dico che queste morti 'sono legate a una decisione del medico', intendo dire che questi decessi avvengono negli ospedali, dove ci sono medici che si occupano di loro". Il medico spiega anche che, contrariamente a quanto affermato su un giornale italiano, "la proposta olandese non destina alla morte bambini disabili. Secondo il protocollo di Groningen, è impossibile infatti applicare l'eutanasia sui bambini portatori di handicap. Il documento è stato concepito solo per i casi di malattie incurabili che si accompagnano a sofferenze atroci, che non possono essere attenuate in alcun modo. E inoltre si riferisce a un gruppo di pazienti molto piccolo. In Olanda abbiamo avuto dai 10 ai 15 casi ogni anno, riguardanti bambini affetti da malattie incurabili, con sofferenze atroci. La domanda è: che cosa devono fare i medici di fronte a questi bambini?".
 
 
 
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