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 ITALIA - ITALIA - Italia. Lettera-appello di 2500 medici al futuro ministro della Salute
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Notizia 
27 marzo 2006 0:00
 
Pubblichiamo la lettera aperta al futuro ministro della Salute di 2500 medici specializzati in terapia del dolore

Illustrissimo signor Ministro,
indipendentemente dallo schieramento politico di cui fara' parte, i medici italiani che si occupano della Medicina del Dolore, Le indirizzano sin da ora un appello affinche' nella Sua agenda sia data prioritaria attenzione allo stato di estrema difficolta' in cui versa nel nostro Paese la loro specialita'. Essi traggono lo spunto da due casi emblematici, la recente chiusura del Centro di Medicina del Dolore dell'Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, che costituiva un modello diagnostico-terapeutico fra i piu' completi ed avanzati d'Europa, e l'ancor piu' recente riduzione di rimborsabilita' del 50% decisa dalla Regione Piemonte per molte cure del dolore cronico. Tali esempi confermano come la cura del dolore, l'unica risposta concreta ed efficace che la medicina puo' offrire all'eutanasia, sia considerata la cenerentola del nostro sistema sanitario. E questo nonostante i dati epidemiologici piu' recenti dicano che oltre quindici milioni di italiani soffrono di gravi dolori cronici, spesso invalidanti. Si tratta di cittadini che spesso pagano le tasse ed hanno diritto ad essere curati esattamente come qualunque altro malato nel nostro Paese. Lei potrebbe obiettare che un'apposita normativa in proposito esiste gia' e prevede che ogni istituto di cura debba diventare un 'ospedale senza dolore'. Purtroppo questa legge, eccellente sulla carta, non e' pero' mai stata sostenuta da finanziamenti e di fatto e' rimasta un mero slogan di politica sanitaria, al punto che anche i pochi centri assistenti hanno vita grama quando non devono, come detto, addirittura cessare l'attivita'. In ogni caso, manca una normativa di riferimento che permetta lo sviluppo organico e riconosciuto dei Centri per la Medicina del Dolore, nei quali il malato di dolore cronico possa ricevere cure appropriate. Il problema e' cosi' sentito nel Paese reale che anche i pazienti iniziano a muoversi, tanto che e' costituita, con sede centrale in Piemonte, la Lega Italiana contro il Dolore (Licd), associazione di pazienti sofferenti per dolori cronici, con la finalita' di stimolare le istituzioni, troppo spesso lente nel trovare risposte concrete.
Illustrissimo signor Ministro, ci permettiamo, quindi, di sottoporLe un promemoria, affinche' Lei possa colmare questa grave lacuna che svilisce la medicina italiana e dimentica troppi cittadini affetti da sofferenze gravi ed evitabili, spesso vittime di risposte non specialistiche e quindi inadeguate.
1) La medicina del dolore deve avere un formale riconoscimento nelle strutture sanitarie con reparti dedicati ed autonomi, come qualunque altra specialita' della medicina.
2) E' indispensabile attribuire codici specifici di rimborso alle prestazioni di terapia del dolore, cosa attualmente non esistente.
3)Il rimborso deve includere le terapie piu' innovative, incluse quelle che prevedono metodiche invasive, per restituire autonomia e qualita' di vita ai pazienti con dolori gravi ed invalidanti. Attualmente il rimborso di questi strumenti di cura e' affidato esclusivamente alla discrezione degli Assessorati Regionali, ed a tutt'oggi e' previsto solo in pochissime Regioni italiane, con una inaccettabile sperequazione fra cittadini dello stesso Paese.
4) La formazione di Medici del Dolore deve diventare un impegno del Suo prossimo mandato in stretta collaborazione, ci auguriamo, con il Suo futuro collega, il Ministro della Universita' e della Ricerca.

Seguono le firme di 2500 medici e societa' scientifiche del dolore, tra cui la Lega italiana per la Cura del dolore, la Societa' italiana dei Clinici del dolore, la World Society of Pain, l'Associazione italiana per lo studio del dolore, la FederDolore, e la Italian Neuromodulation Society.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS
 
ADUC - Eutanasia - Notizia - ITALIA - Italia. Lettera-appello di 2500 medici al futuro ministro della Salute

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Pubblichiamo la lettera aperta al futuro ministro della Salute di 2500 medici specializzati in terapia del dolore

Illustrissimo signor Ministro,
indipendentemente dallo schieramento politico di cui fara' parte, i medici italiani che si occupano della Medicina del Dolore, Le indirizzano sin da ora un appello affinche' nella Sua agenda sia data prioritaria attenzione allo stato di estrema difficolta' in cui versa nel nostro Paese la loro specialita'. Essi traggono lo spunto da due casi emblematici, la recente chiusura del Centro di Medicina del Dolore dell'Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, che costituiva un modello diagnostico-terapeutico fra i piu' completi ed avanzati d'Europa, e l'ancor piu' recente riduzione di rimborsabilita' del 50% decisa dalla Regione Piemonte per molte cure del dolore cronico. Tali esempi confermano come la cura del dolore, l'unica risposta concreta ed efficace che la medicina puo' offrire all'eutanasia, sia considerata la cenerentola del nostro sistema sanitario. E questo nonostante i dati epidemiologici piu' recenti dicano che oltre quindici milioni di italiani soffrono di gravi dolori cronici, spesso invalidanti. Si tratta di cittadini che spesso pagano le tasse ed hanno diritto ad essere curati esattamente come qualunque altro malato nel nostro Paese. Lei potrebbe obiettare che un'apposita normativa in proposito esiste gia' e prevede che ogni istituto di cura debba diventare un 'ospedale senza dolore'. Purtroppo questa legge, eccellente sulla carta, non e' pero' mai stata sostenuta da finanziamenti e di fatto e' rimasta un mero slogan di politica sanitaria, al punto che anche i pochi centri assistenti hanno vita grama quando non devono, come detto, addirittura cessare l'attivita'. In ogni caso, manca una normativa di riferimento che permetta lo sviluppo organico e riconosciuto dei Centri per la Medicina del Dolore, nei quali il malato di dolore cronico possa ricevere cure appropriate. Il problema e' cosi' sentito nel Paese reale che anche i pazienti iniziano a muoversi, tanto che e' costituita, con sede centrale in Piemonte, la Lega Italiana contro il Dolore (Licd), associazione di pazienti sofferenti per dolori cronici, con la finalita' di stimolare le istituzioni, troppo spesso lente nel trovare risposte concrete.
Illustrissimo signor Ministro, ci permettiamo, quindi, di sottoporLe un promemoria, affinche' Lei possa colmare questa grave lacuna che svilisce la medicina italiana e dimentica troppi cittadini affetti da sofferenze gravi ed evitabili, spesso vittime di risposte non specialistiche e quindi inadeguate.
1) La medicina del dolore deve avere un formale riconoscimento nelle strutture sanitarie con reparti dedicati ed autonomi, come qualunque altra specialita' della medicina.
2) E' indispensabile attribuire codici specifici di rimborso alle prestazioni di terapia del dolore, cosa attualmente non esistente.
3)Il rimborso deve includere le terapie piu' innovative, incluse quelle che prevedono metodiche invasive, per restituire autonomia e qualita' di vita ai pazienti con dolori gravi ed invalidanti. Attualmente il rimborso di questi strumenti di cura e' affidato esclusivamente alla discrezione degli Assessorati Regionali, ed a tutt'oggi e' previsto solo in pochissime Regioni italiane, con una inaccettabile sperequazione fra cittadini dello stesso Paese.
4) La formazione di Medici del Dolore deve diventare un impegno del Suo prossimo mandato in stretta collaborazione, ci auguriamo, con il Suo futuro collega, il Ministro della Universita' e della Ricerca.

Seguono le firme di 2500 medici e societa' scientifiche del dolore, tra cui la Lega italiana per la Cura del dolore, la Societa' italiana dei Clinici del dolore, la World Society of Pain, l'Associazione italiana per lo studio del dolore, la FederDolore, e la Italian Neuromodulation Society.
 
 
 
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