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 GIAPPONE - GIAPPONE - Giappone. Primario accusato di eutanasia: "sono stato imprudente"
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Notizia 
29 marzo 2006 0:00
 
Il primario di chirurgia dell'ospedale di Imizu accusato di aver praticato sette casi di eutanasia, ha ammesso di aver agito in maniera "imprudente". "Ho tolto gli apparecchi di respirazione artificiale ai pazienti basandomi sulla relazione di fiducia che, da medico, avevo con loro", ha detto il chirurgo nella sua prima intervista da quando e' scoppiato il caso. Dopo aver ammesso il suo coinvolgimento in sei dei sette casi di eutanasia a lui imputati, ha annunciato che si dimettera' in pochi giorni.
Il primario ha detto ai giornalisti di esser stato presente ogni volta che ad un paziente era stato rimosso il respiratore artificiale, insieme al medico curante del paziente, due o piu' infermieri, e almeno due famigliari. In tutti i casi, ha ribadito il dottore, il medico curante non ha mai obiettato alla decisione di interrompere la respirazione artificiale. Ha anche affermato di aver ricevuto il consenso verbale dei famigliari dei pazienti, ma non quello scritto: "Non ho avuto il coraggio di chiedere loro anche il consenso scritto". Quando i giornalisti gli hanno chiesto se quello che aveva fatto era o meno sbagliato, il primario ha risposto: "Credo di essere stato imprudente".
 
 
 
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Il primario di chirurgia dell'ospedale di Imizu accusato di aver praticato sette casi di eutanasia, ha ammesso di aver agito in maniera "imprudente". "Ho tolto gli apparecchi di respirazione artificiale ai pazienti basandomi sulla relazione di fiducia che, da medico, avevo con loro", ha detto il chirurgo nella sua prima intervista da quando e' scoppiato il caso. Dopo aver ammesso il suo coinvolgimento in sei dei sette casi di eutanasia a lui imputati, ha annunciato che si dimettera' in pochi giorni.
Il primario ha detto ai giornalisti di esser stato presente ogni volta che ad un paziente era stato rimosso il respiratore artificiale, insieme al medico curante del paziente, due o piu' infermieri, e almeno due famigliari. In tutti i casi, ha ribadito il dottore, il medico curante non ha mai obiettato alla decisione di interrompere la respirazione artificiale. Ha anche affermato di aver ricevuto il consenso verbale dei famigliari dei pazienti, ma non quello scritto: "Non ho avuto il coraggio di chiedere loro anche il consenso scritto". Quando i giornalisti gli hanno chiesto se quello che aveva fatto era o meno sbagliato, il primario ha risposto: "Credo di essere stato imprudente".
 
 
 
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