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 ITALIA - ITALIA - Eutanasia. Uccide il marito malato terminale e si suicida
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Notizia 
7 aprile 2017 9:10
 
Disperata per le condizioni di salute sempre più precarie del marito, lo ha ucciso a colpi di abat-jour in testa, prima di lasciarsi morire con un sacchetto di plastica calato sulla testa. L'omicidio-suicidio è avvenuto in un appartamento di Roveredo in Piano (Pordenone), in un quartiere centrale e signorile della cittadina che si trova alla prima periferia del capoluogo provinciale. Il dramma ha visto come protagonista Giuseppina Redivo, 79 anni, che ha ucciso il marito, Roberto Redivo, di 86 anni, da tempo afflitto da una patologia degenerativa e a letto. All'anziano era anche stata diagnosticata una malattia terminale che non gli avrebbe lasciato molto tempo da vivere. A fare la scoperta è stata la figlia, Mariagrazia, che è entrata nell'appartamento di famiglia questa sera attorno alle 19.30. Ogni cosa era assolutamente in ordine, come al solito: c'erano un ordine e una pulizia impeccabili. La donna faceva quotidianamente visita ai genitori e aiutava la madre nell'assistere il padre. Per garantirgli adeguate cure era stata appositamente approntata una stanza della casa. Una sorta di piccola camera d'ospedale dov'erano posizionati i presidi sanitari per assicurare all'uomo il massimo delle terapie domiciliari. Nel tardo pomeriggio, la figlia aveva provato ripetutamente a mettersi in contatto con i genitori tramite il telefono, prima di salire in auto e correre da loro. L'appartamento era chiuso dall'interno con quattro mandate. Dapprima è stata individuata l'anziana madre: nonostante la figlia abbia provato a rianimarla, togliendole il sacchetto che si era volontariamente calata sul viso per darsi la morte per asfissia, non c'è stato nulla da fare. Qualche istante dopo è entrata nella camera del padre: l'ha trovato in una pozza di sangue, con la testa fracassata da svariati colpi inferti con la pesante lampada del comodino. Una violenza che gli investigatori hanno ipotizzato possa essere legata alla volontà della donna di non far soffrire l'uomo per troppo tempo. L'anziana avrebbe colpito fino a quando è stata certa che il grande amore della sua vita era morto. Il disegno della moglie era stato studiato nei dettagli: accanto al letto c'erano le lettere anche per l'altro figlio, Maurizio, che vive a Roma e che rientrava in Friuli appena il lavoro glielo consentiva per stare vicino ai genitori e aiutare la sorella, e precise indicazioni sulle modalità di svolgimento delle esequie. Piegati, uno vicino all'altro, c'erano anche gli indumenti da far indossare alle salme durante il funerale, compresa la biancheria intima. Nel messaggio d'addio rivolto ai congiunti, il motivo del gesto di disperazione: "Non ce la faccio più, perdonate per il dolore che vi sto dando ma non posso più vedere soffrire il papà in questo modo ed anche per me il tempo è ormai scaduto". Amici della coppia hanno riferito che anche alla donna sarebbe stata diagnosticata una malattia inguaribile e che il motivo scatenante della sua azione omicida sarebbe legato proprio al timore di non poter più essere in grado, in un futuro ravvicinato, di accudire il suo Roberto.
 
 
 
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