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 BELGIO - BELGIO - Belgio. Fronte unico delle religioni contro l'eutanasia?
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Notizia 
25 marzo 2006 0:00
 
Un "fronte religioso" che coinvolga le tre grandi religioni monoteiste, cristiana, islamica ed ebraica, per dire innanzitutto no all'eutanasia ed opporsi ad una eventuale estensione della legge che regolamenta la 'dolce morte' in Belgio anche ai pazienti affetti da demenza. E' questa l'idea alla quale sta lavorando il cardinale Godfried Danneels e che ha già riscosso l'adesione della comunità islamica, che in Belgio conta 450.000 fedeli. A confermare che, a breve, ci potrebbe essere un "piattaforma" e una posizione comune sono proprio Danneels e Hacer Duzgun, la vice presidente dell'esecutivo dei musulmani del Belgio, in una intervista congiunta al quotidiano fiammingo De Morgen. La legge in vigore in Belgio, il secondo Paese dopo l'Olanda ad avere parzialmente depenalizzato l'eutanasia tre anni fa, prevede che il medico curante debba assicurarsi che il paziente maggiorenne avanzi una richiesta "volontaria, riflettuta e reiterata" e che la malattia sia inguaribile e "provochi una sofferenza fisica o psichica costante e insopportabile". La questione di includervi anche i pazienti affetti da demenza è venuta alla ribalta recentemente quando si è saputo di due proposte di legge presentate da parlamentari liberali e socialisti fiamminghi. "Abbiamo una piattaforma comune che si riferisce ai dieci comandamenti - ha detto nell'intervista il porporato belga - come potremmo non essere d'accordo su quello che dice 'tu non ucciderai'"?. Il cardinale ha riferito che il primo progetto concreto, al quale si sta lavorando è proprio sul terreno dell'eutanasia e sulle proposte di estenderla. "L'iniziativa non viene da una religione in particolare. Sentiamo tutti che dobbiamo fare qualcosa. Una società senza base etica non può continuare", ha detto il cardinale. "Se facciamo qualcosa insieme come religioni - ha detto, a sua volta, la rappresentante della comunità islamica - il segnale sarà molto più forte che se ogni religione lo facesse in modo separato. In questo modo speriamo di attirare l'attenzione dei legislatori e che finalmente tengano conto di noi. Le leggi talvolta sono fredde e razionali, ma la vita e le religioni trattano di valori, principi e emozioni". De Morgen ha riferito che la proposta non è ancora stata avanzata alla comunità ebraica, mentre quella protestante, al momento ha deciso di non aderire, auspicando un testo meno "dottrinario".
Julien Klener, presidente della comunità israelita del Belgio, ha sottolineato che "tradizionalmente la comunità israelita non si occupa di politica. Ma la domanda qui é se si tratti di politica o di etica". La comunità protestante, invece, spera di potere modificare un testo al quale "mancano le sfumature". "Noi siamo a favore di una morte umana - ha spiegato il presidente delle Chiesa riunita Guy Liagre - e crediamo che l'eutanasia dovrebbe essere possibile in alcuni casi eccezionali".
Il difficile dibattito quindi è aperto, anche grazie alla presa di posizione di Danneels, noto per le sue posizioni spesso fuori dal coro. Come quella espressa recentemente a favore dell'uso del preservativo, se si rendesse necessario per salvare la vita della donna nel caso in cui l'uomo fosse malato di Aids.
 
 
 
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Un "fronte religioso" che coinvolga le tre grandi religioni monoteiste, cristiana, islamica ed ebraica, per dire innanzitutto no all'eutanasia ed opporsi ad una eventuale estensione della legge che regolamenta la 'dolce morte' in Belgio anche ai pazienti affetti da demenza. E' questa l'idea alla quale sta lavorando il cardinale Godfried Danneels e che ha già riscosso l'adesione della comunità islamica, che in Belgio conta 450.000 fedeli. A confermare che, a breve, ci potrebbe essere un "piattaforma" e una posizione comune sono proprio Danneels e Hacer Duzgun, la vice presidente dell'esecutivo dei musulmani del Belgio, in una intervista congiunta al quotidiano fiammingo De Morgen. La legge in vigore in Belgio, il secondo Paese dopo l'Olanda ad avere parzialmente depenalizzato l'eutanasia tre anni fa, prevede che il medico curante debba assicurarsi che il paziente maggiorenne avanzi una richiesta "volontaria, riflettuta e reiterata" e che la malattia sia inguaribile e "provochi una sofferenza fisica o psichica costante e insopportabile". La questione di includervi anche i pazienti affetti da demenza è venuta alla ribalta recentemente quando si è saputo di due proposte di legge presentate da parlamentari liberali e socialisti fiamminghi. "Abbiamo una piattaforma comune che si riferisce ai dieci comandamenti - ha detto nell'intervista il porporato belga - come potremmo non essere d'accordo su quello che dice 'tu non ucciderai'"?. Il cardinale ha riferito che il primo progetto concreto, al quale si sta lavorando è proprio sul terreno dell'eutanasia e sulle proposte di estenderla. "L'iniziativa non viene da una religione in particolare. Sentiamo tutti che dobbiamo fare qualcosa. Una società senza base etica non può continuare", ha detto il cardinale. "Se facciamo qualcosa insieme come religioni - ha detto, a sua volta, la rappresentante della comunità islamica - il segnale sarà molto più forte che se ogni religione lo facesse in modo separato. In questo modo speriamo di attirare l'attenzione dei legislatori e che finalmente tengano conto di noi. Le leggi talvolta sono fredde e razionali, ma la vita e le religioni trattano di valori, principi e emozioni". De Morgen ha riferito che la proposta non è ancora stata avanzata alla comunità ebraica, mentre quella protestante, al momento ha deciso di non aderire, auspicando un testo meno "dottrinario".
Julien Klener, presidente della comunità israelita del Belgio, ha sottolineato che "tradizionalmente la comunità israelita non si occupa di politica. Ma la domanda qui é se si tratti di politica o di etica". La comunità protestante, invece, spera di potere modificare un testo al quale "mancano le sfumature". "Noi siamo a favore di una morte umana - ha spiegato il presidente delle Chiesa riunita Guy Liagre - e crediamo che l'eutanasia dovrebbe essere possibile in alcuni casi eccezionali".
Il difficile dibattito quindi è aperto, anche grazie alla presa di posizione di Danneels, noto per le sue posizioni spesso fuori dal coro. Come quella espressa recentemente a favore dell'uso del preservativo, se si rendesse necessario per salvare la vita della donna nel caso in cui l'uomo fosse malato di Aids.
 
 
 
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