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 ARGENTINA - ARGENTINA - Argentina. Corte d'appello annulla condanna per marijuana terapeutica
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Notizia 
17 marzo 2006 0:00
 
La Corte d'appello federale ha annullato una condanna per possesso di marijuana di una donna di Buenos Aires, la quale si era difesa dicendo che faceva consumo della sostanza a scopo terapeutico. La Corte ha anche ordinato al giudice che aveva comminato la condanna di riesaminare il caso prendendo in considerazione la legge sulla privacy, lo stato della ricerca sulla marijuana terapeutica, e le dichiarazioni fatte dalla donna secondo le quali la marijuana riduce i sintomi della sua malattia.
La donna, il cui nome non e' stato fornito al pubblico, ha ammesso di fare consumo occasionale di marijuana per diminuire il dolore causato da un problema alla spina dorsale e per combattere l'insonnia, in quanto non piu' in grado di tollerare l'assunzione di farmaci analgesici ed antinfiammatori. Il giudice pero' non aveva indagato ulteriormente.
In appello, il legale della donna, Gustavo Kollman, ha sostenuto che il diritto alla salute sorpassa quello delle leggi argentine contro la marijuana ed ha presentato alla corte esperti per supportare le proprie argomentazioni. Fra questi c'era anche Rodolfo Rothlin, preside del Dipartimento di Farmacologia della Facolta' di Medicina dell'Universita' di Buenos Aires, che ha citato anche l'autorizzazione della Food and Drug Administration degli Stati Uniti al commercio dei cannabinoidi sintetici (Marinol) per malati di Aids e malati di cancro in chemioterapia. "Lo Stato deve riconoscere il diritto di tutti gli individui di alleviare gli effetti delle loro malattie nel miglior modo possibile", ha detto Kollman alla Corte federale. "Sempre, quando questi diritti vengono indeboliti, come nel caso della repressione e criminalizzazione del comportamento di cui stiamo discutendo (ndr., l'uso di marijuana terapeutica), il risultato e' sbagliato e incostituzionale".
E la Corte d'appello federale ha in gran parte dato ragione alla donna. Se in parte le prove mediche possono risultare contraddittorie, la corte ha confermato il diritto dell'individuo a proteggere la propria salute. "(La donna) non puo' essere punita per non aver sacrificato la propria salute al fine di rispettare un complesso insieme di interessi sui quali si basa la legge sulla droga dell'Argentina. (...) E' fondamentale capire se l'imputata era affetta a quel tempo da problemi fisici di tale portata che, considerata la sua condizione economica e personale, la necessita' di superare questi problemi attraverso l'uso di sostanze -quelle poi sequestratele- ne giustificava il possesso".
Ora il caso torna alla corte inferiore con l'ordine di riaprire l'indagine sull'efficacia medica della marijuana in generale e sui fatti particolari di questo caso.
 
 
 
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