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"In Spagna si muore male"
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Articolo di Rosa a Marca
10 novembre 2006 0:00
 
"In Spagna si muore male". Questa drastica affermazione dello psicologo Luis Javier Rodriguez Moran e' stato il punto di partenza del dibattito dei Dialogos de Otono alla Casa de Cultura di Pola de Siero. Una trentina di persone del pubblico, quattro oratori e un moderatore hanno trattato un tema divenuto d'attualita' grazie al caso del tetraplegico Ramon Sampedro, raccontato nel fim Mar adentro, ad Alejandro Amenabar e, piu' recentemente, ad Inmaculada Echevarria, malata di distrofia muscolare da undici anni che chiede di essere staccata dal respiratore cui e' collegata da nove anni.
Fin da subito e' apparso chiaro che il titolo Eutanasia. Diritto alla morte versus dignita' della vita' non rifletteva la realta' del dibattito. "Versus" non e' emerso da nessuna parte. Tre degli oratori erano d'accordo pressoche' su tutto e un quarto era in disaccordo, ma i suoi argomenti avevano ben poco a che vedere con la disputa richiamata dal titolo. Rodriguez Moran, membro della giunta direttiva dell'associazione Derecho a Morir Dignamente (Dmd), ha insistito sul fatto che in Spagna "non si muore con piacere" e ha definito la morte un processo "che inizia con la nascita"; percio' e' necessario, a suo giudizio, migliorare "la cultura del morire", giacche' la qualita' della morte fa parte della qualita' della vita. La sua associazione chiede una regolamentazione legale che permetta di "morire bene" e "non aspettare l'agonia"; dovrebbe essere basata su due obiettivi: promuovere il diritto di ogni persona a disporre del proprio corpo e della propria vita, e difendere il diritto dei malati terminali a morire qualora lo desiderino. Tutto questo dovrebbe avvenire in un quadro di legalita', che non consenta situazioni illegali o alegali. Da parte sua, la professoressa di Filosofia Morale all'Universita' di Oviedo, Asuncion Herrera, ha detto che esiste "un vuoto legale in tema di morte", e la prima cosa da fare e' delimitare i diversi concetti: l'eutanasia attiva, che consiste nel facilitare la morte di una persona in stato di malattia terminale; quella passiva, che evita di prolungare artificialmente la vita di un malato, e il suicidio assistito, il cui paradigma e' Ramon Sampedro, il quale non era in uno stadio terminale, ma chiedeva la morte per smettere di soffrire. Una volta spiegato che cos'e' l'eutanasia, la professoressa ha difeso la preminenza dei diritti soggettivi e il principio di autonomia, la liberta' di decisione di ogni persona di dare un consenso informato e di abbandonare la vita in quei casi. D'accordo sul principio di autonomia anche il presidente del Comitato scientifico della Sociedad Internacional de Bioetica, Marcelo Palacios. Ha detto che ogni persona ha una duplice vita: quella biologica e quella biografica o storica, e dev'essere impostata come se ciascuno di noi chiudesse il libro della propria vita storica. Palacios ha definito l'eutanasia come "l'aiuto a morire dato a un malato terminale che lo chiede per sofferenze fisiche o psichiche". Con questa pratica, a suo giudizio, "non si toglie la vita a nessuno; si aiuta una persona affinche' possa disporre del suo vivere". I tre oratori si sono mostrati concordi nel difendere il principio di autonomia e del diritto a disporre della propria vita, di cui la morte e' parte imprescindibile. E hanno convenuto sulla necessita' di colmare il vuoto legislativo con una normativa adeguata che eviti casi al limite della legge.
Molto meno a favore di queste pratiche il medico psichiatra e membro del Foro de la Familia, Angel Garcia Prieto, sostenitore delle cure palliative e non di azioni volte ad agevolare la morte del paziente. A suo giudizio, ancora "non abbiamo chiaro che cosa intendiamo per eutanasia". Ma i suoi argomenti hanno avuto come bersaglio soprattutto i politici. Si e' mostrato scettico sulla capacita' del mondo politico di promuovere una buona legge sull'eutanasia, e il motivo principale e' la mancanza di maturita' della classe politica spagnola, come e' emersa anche nel dibattito sui media; egli dubita che siano in grado di affrontare un problema cosi' delicato. Nessuno dei partecipanti alla tavola rotonda era d'accordo con lui, i politici locali presenti e parte del pubblico hanno protestato. Altri, invece, l'hanno applaudito.
 
 
 
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