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Incontro con Prodi. Bioetica, fine vita e droghe: uscire dall'immobilismo
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Articolo di Donatella Poretti
6 dicembre 2006 0:00
 
Si e' tenuta stamani una colazione dal presidente del Consiglio Romano Prodi a cui hanno partecipato i rappresentanti dei gruppi parlamentari della maggioranza e i presidenti delle relative commissioni Affari Sociali della Camera e Igiene e Sanita' del Senato.

Dall'incontro e' emersa la necessita' di un maggior raccordo tra il Governo, i ministri e le commissioni parlamentari che prendono in carico i provvedimenti. Temi su cui non esiste un approccio condiviso, come quelli cosiddetti sensibili, di bioetica, sul fine vita e sugli stupefacenti, hanno occupato ampio spazio della nostra discussione. Argomenti su cui, per la mancanza di accordo preventivo, si rischia di non intervenire; basti, ad esempio, il fatto che il Comitato Nazionale di Bioetica e' ancora vacante.

Il decreto del ministro della Salute, Livia Turco, sul raddoppio della dose minima di cannabis -per distinguere un consumatore da uno spacciatore- e' stato messo, da parte di alcuni, sul banco degli imputati, sostenendo che sia quasi apparso dal nulla.

In proposito ho ricordato che il ministro Turco e' da giugno che aveva fatto pervenire la documentazione alle relative commissioni, con testi scritti che spiegavano come il ministero poteva intervenire con atto amministrativo su una legge che stava provocando danni. Alcuni esponenti della maggioranza -all'epoca- non si erano pronunciati, mentre hanno preferito farlo con una "imboscata" nella commissione Sanita' del Senato, mettendo in minoranza le decisioni gia' prese del ministro della Salute, dando molto clamore mediatico al loro dissenso e mettendo il Governo di fronte a fatti compiuti.

Nell'incontro e' stata proposta (Luigi Cancrini, Pdci) l'istituzione di una commissione d'inchiesta -forse bicamerale?!- su stupefacenti e dipendenze. Io ho fatto notare che non potra' che essere una commissione funzionale a se' stessa, alla sua istituzione, alla nomina -da parte dei partiti- dei componenti, dei presidenti, dei segretari, dei funzionari. Una commissione che, con tutto quello che costera', se mai arrivera' a termine, non sara' funzionale all'avvio di interventi legislativi. Se l'obbiettivo non e' solo parlarsi addosso ma rivedere la legge, occorre invece mettere in calendario le proposte di legge, fare audizioni -se necessario- degli organismi che a livello nazionale e internazionale gia' esistono e monitorano l'argomento, discutere e votare nel merito delle modifiche. L'urgenza di cambiare l'attuale approccio, provando politiche nuove e diverse da quelle fallimentari fin qui adottate, non ci consente di continuare solo a parlarci.

Il metodo che oggi si segue per legiferare e' di non toccare certe sensibilita', trovare accordi tra visioni opposte, concordare prima di entrare nel merito di argomenti specifici. Metodo che nei fatti blocca qualunque azione, nonche' le possibili convergenze con parlamentari dell'opposizione con cui ci potrebbe essere accordo nei contenuti.

Un metodo che ha i suoi riscontri, oltre che sulle droghe, anche nella sanita', lasciando che i pazienti di malattie -purtroppo in crescita- come sterilita' e infertilita', vadano all'estero. Occorre invece, proprio sui temi "sensibili" di bioetica, fine vita e stupefacenti, affrontare i singoli aspetti di leggi oggi dannose per la salute dei cittadini, e forse emergerebbe una soluzione legislativa fuori dagli steccati ideologici e di partito, cioe' non dovremo piu' sacrificare la salute e i diritti dei cittadini agli equilibri di Governo e opposizione.

Per mio conto l'auspicio e' che i temi cosiddetti sensibili siano trattati da ognuno con la consapevolezza che la coscienza non e' una prerogativa dei cattolici, ma anche di chi cattolico non e'.

* Deputata della Rosa nel Pugno e segretaria della commissione Affari sociali della Camera
 
 
 
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