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Germania. Il tabu' della morte e l'autopsia
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Articolo di Elke Silberer *
2 marzo 2007 0:00
 
I tedeschi non vogliono finire sotto i ferri, una volta morti. Al punto che il 3% di autopsie cliniche effettuate e' il livello piu' basso registrato in Germania. "Ha a che fare con il rifiuto a confrontarsi con la propria morte da vivi", ha spiegato il medico eticista Dominik Gross ad Aquisgrana. Le conseguenze? Diventa difficile stabilire la vera causa dei decessi e raccogliere dati statistici coerenti, a tutto danno della prevenzione sanitaria. "Esistono ricerche, secondo cui il 47% dei dati trascritti sul certificato di morte non tornano", ha chiarito Gross al margine dell'incontro intitolato "Morte e corpo morto" (1.2.3 marzo). Sara' l'occasione, per gli specialisti, di discutere del diverso approccio che la societa' intrattiene con questo tema, e delle sue implicazioni per la medicina e l'assistenza sanitaria. La scarsa disponibilita' a sottoporsi all'autopsia clinica e' espressione del cambiamento nel modo di sentire degli ultimi cinquant'anni: la propria morte e quella dei propri cari viene rimossa, ma nello stesso tempo c'e' grande curiosita' verso la morte in generale. "Lo si capisce dal fatto che esiste qualcosa come la Mostra dei Mondi dei Corpi (mostra itinerante dal 1996 n.d.r) e dall'interesse che quei plastici di cadavere suscitano", ha spiegato lo studioso all'emittente RWTH. Viceversa, il proprio decesso viene tenuto debitamente a distanza. "Di conseguenza c'e' una grande difficolta' ad acconsentire all'autopsia e anche alla donazione degli organi". In quest'ultimo campo i tedeschi sono il fanalino di coda in Europa, sicche' servirebbe un grosso sforzo di sensibilizzazione.
Stabilire con certezza la causa di un decesso e' molto importante ai fini di una prevenzione mirata. Piu' i dati statistici sulle cause di morte sono imprecisi, e peggio sara' la prevenzione. "Dobbiamo sapere di che cosa muore la gente, per meglio proteggere i vivi", conclude Gross.

da Sueddeutsche Zeitung del 28 febbraio 2007
 
 
 
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2 marzo 2007 0:00
 
I tedeschi non vogliono finire sotto i ferri, una volta morti. Al punto che il 3% di autopsie cliniche effettuate e' il livello piu' basso registrato in Germania. "Ha a che fare con il rifiuto a confrontarsi con la propria morte da vivi", ha spiegato il medico eticista Dominik Gross ad Aquisgrana. Le conseguenze? Diventa difficile stabilire la vera causa dei decessi e raccogliere dati statistici coerenti, a tutto danno della prevenzione sanitaria. "Esistono ricerche, secondo cui il 47% dei dati trascritti sul certificato di morte non tornano", ha chiarito Gross al margine dell'incontro intitolato "Morte e corpo morto" (1.2.3 marzo). Sara' l'occasione, per gli specialisti, di discutere del diverso approccio che la societa' intrattiene con questo tema, e delle sue implicazioni per la medicina e l'assistenza sanitaria. La scarsa disponibilita' a sottoporsi all'autopsia clinica e' espressione del cambiamento nel modo di sentire degli ultimi cinquant'anni: la propria morte e quella dei propri cari viene rimossa, ma nello stesso tempo c'e' grande curiosita' verso la morte in generale. "Lo si capisce dal fatto che esiste qualcosa come la Mostra dei Mondi dei Corpi (mostra itinerante dal 1996 n.d.r) e dall'interesse che quei plastici di cadavere suscitano", ha spiegato lo studioso all'emittente RWTH. Viceversa, il proprio decesso viene tenuto debitamente a distanza. "Di conseguenza c'e' una grande difficolta' ad acconsentire all'autopsia e anche alla donazione degli organi". In quest'ultimo campo i tedeschi sono il fanalino di coda in Europa, sicche' servirebbe un grosso sforzo di sensibilizzazione.
Stabilire con certezza la causa di un decesso e' molto importante ai fini di una prevenzione mirata. Piu' i dati statistici sulle cause di morte sono imprecisi, e peggio sara' la prevenzione. "Dobbiamo sapere di che cosa muore la gente, per meglio proteggere i vivi", conclude Gross.

da Sueddeutsche Zeitung del 28 febbraio 2007
 
 
 
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