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Germania. Il manifesto della lacerazione
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Articolo di Alexander Kissler
15 luglio 2006 0:00
 
E' possibile che "l'indurimento delle coscienze" serpeggi anche nel Consiglio Etico Nazionale. La formula appartiene a Joerg-Dietrich Hoppe, presidente dell'Ordine dei medici, che l'ha usata di recente per mettere in guardia da possibili derive. La sua preoccupazione e' che se si dovesse ammettere il suicidio assistito e l'omicidio su richiesta, poi si arriverebbe al "dovere di morire per la patria". E anche oltre: anziche' esprimere il desiderio di morire, potrebbe diventare obbligatorio dichiarare la volonta' di rimanere in vita.
Ora sappiamo che il Consiglio Etico Nazionale non e' il megafono delle istanze paventate da Hoppe; tuttavia, questo suo ultimo documento non e' esattamente un'appassionato No all'eutanasia attiva. Con la presa di posizione sull'accompagnamento del fine vita, i ventiquattro membri del Consiglio Etico Nazionale, nominato dall'ex cancelliere Gerhard Schroeder, hanno concluso ila loro attivita' biennale. Nel giugno 2005 avevano presentato un elenco di richieste possibili da inserire nelle "disposizioni del paziente". Diversamente dalla Commissione di Bioetica del Parlamento, questo Consiglio Etico era favorevole ad una formula piu' ampia delle disposizioni del paziente, non ristretta a determinate fasi. Il nuovo documento, intitolato "Autodeterminazione ed assistenza al termine della vita", viene presentato come "chiarimento delle raccomandazioni" alle "disposizioni del paziente". Solo che, sia il tono che gli orientamenti, sono diverse dall'anno scorso. Un anno fa c'era la netta convinzione che il divieto di eutanasia attiva non potesse in nessun modo essere messo in discussione. Ora, dal rifiuto categorico si e' passati a un rifiuto condizionato. "Attualmente" "l'omicidio su richiesta di malati terminali " dovrebbe restare proibito. Pero' non dovrebbe comportare una sanzione. Il Consiglio si richiama alla letteratura penale, dalla quale si evince un ampio consenso sul fatto che di fronte a una persona decisa a morire ma impossibilitata ad agire, il divieto di uccidere su richiesta perde la sua giustificazione. Di conseguenza e' immaginabile che in futuro venga espressamente autorizzato cio' che oggi e' proibito.
Il documento rispecchia le divisioni in seno al Consiglio Etico Nazionale. Numerosi membri si sono pronunciati contro l'assistenza medica al suicidio. Una nutrita minoranza, invece, chiede al sanitario "un'assistenza competente al moribondo", di sostenere attivamente la libera morte in caso di malattie incurabili. Un'altra minoranza vede nella morte su richiesta un atto compiuto per il bene del paziente. Solo "le ombre della Storia tedesca" impediscono di legittimare, in via di principio, la morte su richiesta dei malati terminali. La maggioranza del consiglieri disapprova le organizzazioni di assistenza al suicidio come Exit o Dignitas, mentre alcuni le considerano una soluzione intermedia accettabile purche' non sia una "assistenza professionale al suicidio da parte dei medici curanti". L'unico punto su cui c'e' l'accordo unanime e' l'opposizione al "mercato del suicidio assistito".
Come da prassi, il documento ha esplicitato il voto di minoranza. Il vescovo cattolico Anton Losinger, il teologo Eberhard Schockenhoff e Peter Radtke della Arbeitsgemeinschaft Behinderung und Medien hanno criticato una raffigurazione dell'uomo orientata "unilateralmente agli ideali di autodeterminazione, autonomia, indipendenza". "L'alto valore della vita" impedisce l'assistenza organizzata al suicidio; chi la tollera incrementa la pressione economica sui malati gravi e i moribondi.
Dal luglio 2007, il Consiglio Etico Tedesco -piu' legato al Parlamento-, sostituira' questo Consiglio Etico Nazionale. Che forse gli ha voluto lasciare un lascito, almeno parziale. Ma ancora una volta, malgrado il grande dispendio retorico ed intellettuale, e' stata dimostrata l'impossibilita' di trovare un consenso netto. Un Consiglio Etico puo' solo fornire stimoli alla riflessione, niente di piu'. Che si chiami Nazionale o Tedesco.

Traduzione di Rosa a Marca
 
 
 
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