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Colombia. Disegno di legge su eutanasia e suicidio assistito
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Articolo di Rosa a Marca
28 marzo 2007 0:00
 
Il 29 marzo, in seduta pubblica, la prima commissione del Senato proseguira' la discussione sul progetto di legge di regolamentazione dell'eutanasia e del suicidio assistito per pazienti terminali. L'intento della Commissione riguardo a quest'udienza e' che sostenitori ed oppositori mettano sul tavolo i propri argomenti, in modo che la legge possa essere approvata o respinta. Il progetto denominato Ley Estatutaria 100, che legalizzerebbe l'eutanasia e il suicidio assistito, e' stato depositato al Senato della Repubblica il 24 agosto del 2006 dal parlamentare Armando Benedetti, il quale spiego' che occorreva corrispondere alla sentenza della Corte costituzionale, la quale sollecitava i legislatori colombiani a regolamentare la morte dignitosa. La ley Estatutaria 100 definisce l'eutanasia come "la fine intenzionale della vita tramite una terza persona qualificata (medico curante) su richiesta libera, informata e reiterata del paziente che soffre dolori intensi e continui patimenti a causa di una malattia terminale e/o lesione corporale". Ugualmente, considera il suicidio assistito come "aiutare ad aiutare intenzionalmente un'altra persona (paziente) ad effettuare il suicidio o procurare i mezzi necessari per la sua realizzazione, a partire dalla sua richiesta libera, informata e reiterata, qualora soffra di dolori intensi e continui patimenti per una malattia terminale e/o lesione corporale". In concreto, l'iniziativa propone queste due pratiche mediche come il compimento di un processo denominato procedura di cura doverosa; essa stabilisce, come primo passo, che sia il paziente, maggiorenne, a sollecitare il medico curante, nel pieno delle sue facolta', di porre in essere una delle due prassi sanitarie. Chiarisce che se il paziente fosse privo di coscienza o incapace d'esprimere la propria volonta' per qualche motivo sanitario, sarebbero i suoi familiari a presentare l'istanza. Allo stesso modo, se a chiedere l'eutanasia o il suicidio assistito e' una persona minorenne, il medico curante dovra' prima "verificare la decisione con i genitori, i tutori o i curatori degli interessi del minore", e lo stesso dovra' avvenire se questi fosse privo di coscienza. Prima che il paziente prenda questa decisione, il medico curante ha l'obbligo d'informarlo minuziosamente sul suo stato di salute reale (diagnosi, prognosi ed opzioni terapeutiche) ed accertarsi, con tutti "i mezzi scientifici", che non esistono alternative per il malato terminale. La fase successiva prevede che il medico inoltri la cartella clinica del paziente a un medico specialista, incaricato di confermare la diagnosi. A quel punto il caso passa a un gruppo di psicologi e/o psichiatri, denominato Consejeria, con il compito di valutare se al paziente siano stati forniti gli elementi necessari per prendere la decisione di porre fine alla sua vita nel pieno delle facolta' mentali. Infine, il paziente firmera' l'autorizzazione in presenza di due testimoni, uno dei quali potra' essere un suo familiare e nessuno dei due "potra' avere interesse alla morte del paziente, in virtu' di contrasti o obbligazioni civili o commerciali". Il disegno di legge chiarisce che il paziente puo' revocare la propria decisione in "qualunque momento", e che nessun medico curante puo' essere obbligato a praticare una delle due procedure sanitarie; a sua volta, il paziente potra' rivolgersi a un altro professionista medico perche' lo assista nella procedura.
La Ley Estatutaria 100 contempla altresi' le disposizioni anticipate, definite come "la designazione previa, da parte del paziente, di una o piu' persone, in privato e in stretto ordine di preferenza, affinche' informino il medico curante della sua volonta' di morire" nel caso in cui il suo stato di salute si aggravasse al punto da impedirgli di manifestare lui stesso questa decisione. Il testamento vitale dovra' essere redatto davanti a un notaio pubblico e alla presenza di due testimoni; la petizione sara' valida solo "se elaborata o confermata dal paziente, almeno cinque anni prima della perdita della capacita' d'esprimere con completezza la propria volonta'".
Se l'iniziativa si tradurra' in legge, sara' creata la Comision Nacional de Evaluacion y Control Posterior de Procedimientos Eutanasicos y Suicidio Asistido, composta di nove membri, "tre dottori in medicina; tre avvocati e tre professionisti che esercitano il loro lavoro in istituzioni specializzate in assistenza e trattamento di malati terminali o incurabili". La Commissione sara' incaricata di "garantire le disposizioni normative corrispondenti alla legge e alla difesa dei diritti dei pazienti", che altro non e' se non il rigoroso compimento della procedura di cura doverosa. In aggiunta, ci sara' un Archivo de Procedimientos Eutanasicos y Suicidios Asistidos, che custodira' tutti i casi di fine vita eseguiti in maniera dignitosa. L'approvazione del progetto di legge implica la modifica degli articoli 106 e 107 del Codice di Procedura Penale ed include una Clausola Generale di Protezione, volta ad impedire alle compagnie assicuratrici di mettere in atto "clausole o norme che restringano o condizionino... la libera opzione del paziente di terminare la sua vita in modo degno e umano".
Il principale oppositore di questa legge e' la Chiesa Cattolica, che da sempre manifesta il netto rifiuto verso qualunque regolamentazione che permetta agli esseri umani di porre fine alla vita dei propri simili. Ma non e' solo il cattolicesimo ad opporsi all'eutanasia e al suicidio assistito. Anche una parte della comunita' medica e' totalmente contraria al progetto, con l'argomento che il giuramento d'Ippocrate obbliga i medici a salvare e tutelare la vita umana, in ogni circostanza, e che in nessun caso la si possa interrompere. Dall'altro lato ci sono i favorevoli, come Fundacion Pro Derecho a Morir Dignamente, la quale lavora per garantire "il diritto di ciascun paziente a partecipare ad ogni decisione che riguardi il trattamento di una malattia terminale, al fine di evitare il prolungamento inutile della vita e una sofferenza non necessaria". Certo e' che, quale che sia il risultato della seduta pubblica di giovedi' nel salone Guillermo Valencia del Capitolio Nacional, il progetto di Ley Estatutaria 100 dovra' compiere un lungo cammino e ingaggiare una dura battaglia nel Legislativo colombiano se vuole ottenere d'essere approvata come legge della Repubblica.
 
 
 
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Il 29 marzo, in seduta pubblica, la prima commissione del Senato proseguira' la discussione sul progetto di legge di regolamentazione dell'eutanasia e del suicidio assistito per pazienti terminali. L'intento della Commissione riguardo a quest'udienza e' che sostenitori ed oppositori mettano sul tavolo i propri argomenti, in modo che la legge possa essere approvata o respinta. Il progetto denominato Ley Estatutaria 100, che legalizzerebbe l'eutanasia e il suicidio assistito, e' stato depositato al Senato della Repubblica il 24 agosto del 2006 dal parlamentare Armando Benedetti, il quale spiego' che occorreva corrispondere alla sentenza della Corte costituzionale, la quale sollecitava i legislatori colombiani a regolamentare la morte dignitosa. La ley Estatutaria 100 definisce l'eutanasia come "la fine intenzionale della vita tramite una terza persona qualificata (medico curante) su richiesta libera, informata e reiterata del paziente che soffre dolori intensi e continui patimenti a causa di una malattia terminale e/o lesione corporale". Ugualmente, considera il suicidio assistito come "aiutare ad aiutare intenzionalmente un'altra persona (paziente) ad effettuare il suicidio o procurare i mezzi necessari per la sua realizzazione, a partire dalla sua richiesta libera, informata e reiterata, qualora soffra di dolori intensi e continui patimenti per una malattia terminale e/o lesione corporale". In concreto, l'iniziativa propone queste due pratiche mediche come il compimento di un processo denominato procedura di cura doverosa; essa stabilisce, come primo passo, che sia il paziente, maggiorenne, a sollecitare il medico curante, nel pieno delle sue facolta', di porre in essere una delle due prassi sanitarie. Chiarisce che se il paziente fosse privo di coscienza o incapace d'esprimere la propria volonta' per qualche motivo sanitario, sarebbero i suoi familiari a presentare l'istanza. Allo stesso modo, se a chiedere l'eutanasia o il suicidio assistito e' una persona minorenne, il medico curante dovra' prima "verificare la decisione con i genitori, i tutori o i curatori degli interessi del minore", e lo stesso dovra' avvenire se questi fosse privo di coscienza. Prima che il paziente prenda questa decisione, il medico curante ha l'obbligo d'informarlo minuziosamente sul suo stato di salute reale (diagnosi, prognosi ed opzioni terapeutiche) ed accertarsi, con tutti "i mezzi scientifici", che non esistono alternative per il malato terminale. La fase successiva prevede che il medico inoltri la cartella clinica del paziente a un medico specialista, incaricato di confermare la diagnosi. A quel punto il caso passa a un gruppo di psicologi e/o psichiatri, denominato Consejeria, con il compito di valutare se al paziente siano stati forniti gli elementi necessari per prendere la decisione di porre fine alla sua vita nel pieno delle facolta' mentali. Infine, il paziente firmera' l'autorizzazione in presenza di due testimoni, uno dei quali potra' essere un suo familiare e nessuno dei due "potra' avere interesse alla morte del paziente, in virtu' di contrasti o obbligazioni civili o commerciali". Il disegno di legge chiarisce che il paziente puo' revocare la propria decisione in "qualunque momento", e che nessun medico curante puo' essere obbligato a praticare una delle due procedure sanitarie; a sua volta, il paziente potra' rivolgersi a un altro professionista medico perche' lo assista nella procedura.
La Ley Estatutaria 100 contempla altresi' le disposizioni anticipate, definite come "la designazione previa, da parte del paziente, di una o piu' persone, in privato e in stretto ordine di preferenza, affinche' informino il medico curante della sua volonta' di morire" nel caso in cui il suo stato di salute si aggravasse al punto da impedirgli di manifestare lui stesso questa decisione. Il testamento vitale dovra' essere redatto davanti a un notaio pubblico e alla presenza di due testimoni; la petizione sara' valida solo "se elaborata o confermata dal paziente, almeno cinque anni prima della perdita della capacita' d'esprimere con completezza la propria volonta'".
Se l'iniziativa si tradurra' in legge, sara' creata la Comision Nacional de Evaluacion y Control Posterior de Procedimientos Eutanasicos y Suicidio Asistido, composta di nove membri, "tre dottori in medicina; tre avvocati e tre professionisti che esercitano il loro lavoro in istituzioni specializzate in assistenza e trattamento di malati terminali o incurabili". La Commissione sara' incaricata di "garantire le disposizioni normative corrispondenti alla legge e alla difesa dei diritti dei pazienti", che altro non e' se non il rigoroso compimento della procedura di cura doverosa. In aggiunta, ci sara' un Archivo de Procedimientos Eutanasicos y Suicidios Asistidos, che custodira' tutti i casi di fine vita eseguiti in maniera dignitosa. L'approvazione del progetto di legge implica la modifica degli articoli 106 e 107 del Codice di Procedura Penale ed include una Clausola Generale di Protezione, volta ad impedire alle compagnie assicuratrici di mettere in atto "clausole o norme che restringano o condizionino... la libera opzione del paziente di terminare la sua vita in modo degno e umano".
Il principale oppositore di questa legge e' la Chiesa Cattolica, che da sempre manifesta il netto rifiuto verso qualunque regolamentazione che permetta agli esseri umani di porre fine alla vita dei propri simili. Ma non e' solo il cattolicesimo ad opporsi all'eutanasia e al suicidio assistito. Anche una parte della comunita' medica e' totalmente contraria al progetto, con l'argomento che il giuramento d'Ippocrate obbliga i medici a salvare e tutelare la vita umana, in ogni circostanza, e che in nessun caso la si possa interrompere. Dall'altro lato ci sono i favorevoli, come Fundacion Pro Derecho a Morir Dignamente, la quale lavora per garantire "il diritto di ciascun paziente a partecipare ad ogni decisione che riguardi il trattamento di una malattia terminale, al fine di evitare il prolungamento inutile della vita e una sofferenza non necessaria". Certo e' che, quale che sia il risultato della seduta pubblica di giovedi' nel salone Guillermo Valencia del Capitolio Nacional, il progetto di Ley Estatutaria 100 dovra' compiere un lungo cammino e ingaggiare una dura battaglia nel Legislativo colombiano se vuole ottenere d'essere approvata come legge della Repubblica.
 
 
 
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