testata ADUC
Ru486. Conclusioni commissione indagine conoscitiva Senato: bloccare commercializzazione e ricominciare da capo. Gli antiscienza confortati da uso improprio delle istituzioni
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
23 novembre 2009 15:14
 
Domani 24 novembre la commissione senatoriale di indagine sulla Ru486 dovrebbe tirare le proprie conclusioni. Come era intuibile dalla pessima conduzione dei lavori di questa commissione, tutti sbilanciati nel cercare di denigrare l'uso di questa pillola abortiva che cerca di rendere meno problematica l'interruzione di gravidanza, anche le conclusioni non sono da meno. Non solo, ma travalicano quella che dovrebbe essere la funzione istituzionale di una siffatta commissione, dando indicazioni non solo improprie ma dettate da uno specifico pregiudizio ideologico: la donna che abortisce e' peccatrice e, per questo, deve soffrire in questa sua scelta. La pretesa della commissione del Senato e' che l'Aifa vada oltre le proprie funzioni e divenga una sorta di braccio armato delle pretese a-scientifiche di chi vuole imporre a ognuno il proprio credo religioso.
Una ennesima dimostrazione di un Parlamento al servizio di una ideologia religiosa, contro le donne e chi la pensa in modo diverso e, soprattutto, un Parlamento che dilapida i soldi pubblici in una commissione che e' stata istituita solo per soddisfare i pruriti dei nemici della Sanita', su una questione scientificamente e medicalmente superata e risolta ovunque in Europa e nel mondo.
Riportiamo le conclusioni che, stilate dalla maggioranza di governo all'interno della commissione, domani, visto il procedere blindato e senza dibattito del confronto in Parlamento, saranno sicuramente approvate. Piu' gu' il link all'intero documento finale:

“Poiché la procedura di immissione in commercio della specialità Mifegyne per mutuo riconoscimento fin qui seguita dall’AIFA non ha previsto la verifica della compatibilità con la normativa vigente, la Commissione Igiene e sanità propone di sospendere tale procedura per chiedere ed acquisire il parere del Ministero competente in materia, consentendo, ove si ritenga necessario, di riavviare la procedura dall'inizio.
Il parere della Commissione per quanto riguarda sia la compatibilità con la normativa vigente che i profili di sicurezza è, come peraltro indicato dai due pareri del CSS, che l’intera procedura abortiva, nelle sue diverse fasi, sia effettuata in regime di ricovero ordinario.
La Commissione suggerisce inoltre di verificare l’esistenza di studi per superiorità del metodo farmacologico o studi di non inferiorità, al fine di ottemperare all’articolo 15 della citata legge n. 194, nel quale si prevede la possibilità di ricorrere all’uso "di tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza".
Rispetto ai dubbi sui decessi a seguito di assunzione di RU486 o delle prostaglandine associate, e di fronte alle difficoltà di disporre di dati certi, si auspica una richiesta di arbitrato che riapra la discussione di merito sul rapporto rischi/benefici e ponga in essere una nuova istruttoria e deliberazione dell’EMEA.”.

Qui l'intero documento conclusivo

 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS