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Cellule staminali e ministro Sirchia
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Comunicato 
3 aprile 2002 12:32
 
CELLULE STAMINALI E MINISTRO SIRCHIA DALLA PAROLE AI FATTI C'E' IL BLOCCO DELLA SUA CONCEZIONE IDEOLOGICA DELLA SALUTE PUBBLICA Firenze, 3 Aprile 2002. Complimenti al ministro Sirchia che ogni tanto si ricorda anche del suo ruolo di massimo amministratore della Sanita' in Italia, peccato che dimostri di farlo solo a parole. I fatti dimostrano tutt'altro. Intervenendo alla quinta edizione delle Giornate Nazionali delle Donazioni e dei Trapianti, il ministro della Salute Girolamo Sirchia ha fatto una doccia fredda a quanti si aspettano dagli xenotrapianti una risposta risolutiva alla carenza di organi in Italia. Secondo il ministro, il futuro e' nella riparazione di organi e tessuti con le cellule staminali. Ci complimentiamo con il ministro -dice Grazia Galli, consulente scientifico dell'Aduc e responsabile del periodico "Cellule Staminali" edito online http://staminali.aduc.it - che almeno in questo, dimostra di essere aggiornato su quanto gli scienziati di tutto il mondo, italiani compresi, vanno dicendo da mesi. Non possiamo pero' esimerci dal rilevare che, della letteratura scientifica, il ministro accoglie solo cio' che non disturba la sua coscienza e non cio' che dovrebbe servire da utile confronto a chi si occupa di Salute Pubblica. Dopo aver propagandato per mesi, in tutti i salotti televisivi, che la scienza ha ampiamente documentato l'inutilita' di studiare le cellule staminali embrionali umane e che le ricerche sulle staminali adulte (le sole per le quali sono previsti finanziamenti pubblici in Italia) saranno sufficienti a garantire l'accesso alle nuove terapie cellulari ai malati italiani (ignorando in queste affermazioni le raccomandazioni della Commissione Dulbecco), non ha speso una parola a commento di due studi, pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature, che segnalano possibili interpretazioni errate degli studi sulle staminali adulte e ribadiscono la necessita di studiare anche quelle embrionali. Questo silenzio del nostro ministro ci sembra a dir poco sospetto, soprattutto dopo aver ascoltato il suo intervento alla Camera in favore del testo presentato in materia di fecondazione assistita, che oltre a introdurre la possibilta' per lo Stato di intervenire nelle libere scelte degli individui su come, quando e con chi fare un figlio, chiude la porta per sempre alla possibilita', per i ricercatori italiani, di usare gli embrioni avanzati dagli interventi di fecondazione in vitro.
 
 
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