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Pillola del giorno dopo e Ru486. Obiezione coscienza e farmacisti. Le crociate dei privilegi etici e economici
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Articolo di Donatella Poretti
23 ottobre 2009 13:00
 
Il ritornello del diritto all'obiezione di coscienza da parte dei farmacisti per la vendita di un contraccettivo, quale la pillola del giorno dopo, sta diventando una grottesca rappresentazione di una crociata senza senso.
Per tutelare il diritto alla vita e per evitare l'aborto, monsignor Mariano Crociata farebbe meglio a promuovere l'astinenza dal sesso o i diversi metodi contraccettivi: naturali, meccanici, chimici o chirurgici.
Ma evidentemente si preferisce la strada piu' subdola del creare confusione, avvicinando la pillola contraccettiva a quella abortiva, e facendo credere che in farmacia si vendano pillole abortive. Che e' quello che ha fatto il nostro monsignore intervenendo stamane al Convegno Nazionale dell'Unione Farmacisti Cattolici Italiani.
L'unico modo perche' un farmacista possa decidere cosa vendere, e' trasformare le farmacie in esercizi commerciali privati che rispettino vincoli di sicurezza per i farmaci; e dove i cittadini vadano sapendo che ad una farmacia cattolica non gli venderanno un preservativo cosi' come ad un ristorante vegetariano non gli cucineranno un pollo arrosto. Se monsignor Crociata sta parlando di questo, cioe' di una completa liberalizzazione del mercato delle farmacie, senza pianta organica, diritti ereditari, monopolio nella vendita, lo dica... ma temiamo che voglia invece mantenere i privilegi delle farmacie e del servizio pubblico, aggiungendoci anche qualcosa: un servizio pubblico, dove a decidere cos'e' di interesse pubblico non sia lo Stato e la propria farmacopea, ma la Conferenza Episcopale Italiana.
La botte piena e la moglie ubriaca -recita un vecchio detto- e' difficile averla, anche per chi crede ai miracoli.

* senatrice Radicali - Pd, segretaria commissione Igiene e Sanita'

 
 
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