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Olio di palma. Quasi la meta’ in Europa e’ consumata nel diesel
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Articolo di Redazione
25 novembre 2016 11:40
 
Enigma. Dove si trova circa la meta’ di tutto l’olio di palma consumato in Europa? No, non e’ nelle maionesi per le tartine, biscotti o altri prodotti dell’industria alimentare. No, non e’ nei cosmetici. La quantita’ piu’ astronomica di questo olio la cui produzione sta invadendo le foreste equatoriali, si trova in un luogo che nessun ci aveva mai pensato: i carburanti diesel. E sempre di piu’.
Nel 2015, le vetture e i camion diesel hanno consumato 3,35 milioni di tonnellate di olio di palma, cioe’ il 46% di tutto l’olio di palma usato in Unione europea. Si tratta di un record e di una crescita del 2,6% in rapporto al 2014, dice la ONG di Bruxelles Transport & Environment in una nota pubblicata oggi. E’ una quantita’ maggiore dell’olio di palma utilizzato per l’alimentazione umana, l’alimentazione animale e i prodotti oleochimici (detergenti, saponi, cosmetici) che, tutti insieme, contano per il 45% sul consumo totale. La produzione di calore e di elettricita’ arriva dopo di loro col 9%.
Nocivo per il clima
“Questo pone la seguente domanda: perche’ preoccuparsi di comprare delle maionesi senza olio di palma se noi consumiamo questo stesso olio nostro malgrado, senza saperlo, nel diesel?”, si domanda la ONG, che si basa su dati di OilWorld. Gli agrocarburanti a base di olio di palma sono tre volte piu’ nocivi per il clima che non il diesel fossile, ricorda Transport & Environment, in particolare a causa della deforestazione e del drenaggio delle torbiere che la loro produzione comporta in Asia del sud-est, in America Latina e in Africa. Sono anche i meno costosi: nel 2015, l’olio di palma era in media il 17% meno costoso di qualsiasi altro olio vegetale in Europa.
Il biodiesel a base di olio di palma rappresentava l’anno scorso il 32% del totale di biodiesel (la maggior parte sono prodotti a partire dall’olio di colza) e il 2% del diesel bruciato in Europa, “un fatto di cui pochi autisti europei ne hanno consapevolezza quando fanno il pieno”, dice la ONG.
C’e’ dell’olio di palma anche nella benzina? No: per la benzina e’ il bioetanolo (mais, grano, canna da zucchero, etc) che viene utilizzato. Il motivo e’ chimico. All’ingrosso, il biodiesel si mescola solo col diesel, e il bioetanolo con la benzina”. Il biodiesel rappresenta l’80% del mercato europeo degli agrocarburanti.
“Game over per le foreste tropicali”
Se il mondo intero seguisse l’esempio europeo con la stessa quantita’ di biodiesel a base di olio di palma, ci sarebbero 4,3 milioni di ettari di terre tropicali per coltivarlo, stima Transport & Environmet. Cioe’ l’equivalente di cio’ che resta delle foreste pluviali sulle isole indonesiane di Borneo e Sumatra e nella penisola malese. Per Jori Sihvonen, specialista di agrocarburanti della ONG, questo significherebbe un “game over per le foreste tropicali del mondo. Dobbiamo fermare questa follia, e il miglior metodo per cominciare e’ di farlo la’ dove tutto comincia. l’Europa. E’ per questo che stimoliamo la Commissione europea a sopprimere il biodiesel prodotto a partire dalla coltivazioni agricole entro il 2025, e tutti gli agrocarburanti di origine agricola entro il 2030”.
Transport & Environment pubblica questa nota nel momento in cui la Commissione europea si appresta, il 30 novembre, a proporre una revisione della direttiva sulle energie rinnovabili, che stabilira’ se gli agrocarburanti dovranno o meno continuare a ricevere un sostegno pubblico dopo il 2020. Secondo alcune indiscrezioni, la Commissione prevede di continuare a sostenere questi agrocarburanti detti di “prima generazione” (prodotti a partire dalle coltivazioni alimentari), con un obiettivo del 3,8% del totale dei carburanti utilizzati nel trasporto nel 2030, cioe’ un “minuscolo calo” in rapporto al livello del 2014 (4,9%). C’e’ da notare che la Commissione si trova in questo caso in contraddizione con la propria “Strategia per una mobilita’ con bassi tassi di emissioni di gas ad effetto serra”, pubblicata a luglio scorso, e che prometteva una soppressione di ogni tipo di agrocarburanti.

(Articolo di Coralie Schaub, pubblicato sul quotidiano Libération del 25/11/2016)
 
 
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