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Non tutti rispondiamo allo stesso modo a farmaci e vaccini. Mappate reazioni immunitarie
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Articolo di Primo Mastrantoni
10 febbraio 2024 12:10
 
 "Prendi queste pillole vedrai che ti passerà". Quante volte abbiamo sentito i consigli di parenti e amici sull'efficacia di un farmaco che dovrebbe avere effetti "universali". Non è così.

Per esempio, il vaccino contro l'epatite B è una delle immunizzazioni più potenti, che di solito fornisce decenni di protezione contro il virus mortale del fegato, ma in circa il 10% delle persone non funziona. Il motivo è semplice: ognuno di noi risponde in modo diverso all'assunzione dei farmaci e se la maggioranza delle persone ha uno standard uniforme di risposta, rimane una percentuale che non si allinea con le previsioni mediche. 

Amy Huei-Yi Lee, biologa dei Sistemi presso la Simon Fraser University (Canada), e i suoi colleghi, hanno deciso valutare chi avrebbe beneficiato di un trattamento vaccinale. Per avviare gli studi su larga scala è stato predisposto il programma "Human Immunome Project" (HIP) - sostenuto da un consorzio internazionale di aziende, agenzie governative e università - che sonderà migliaia di variabili immunitarie in campioni di sangue e tessuti. L'iniziativa è stata descritta sulla rivista scientifica "Science". Il risultato sarà probabilmente il database immunologico più grande e completo del mondo, una risorsa per gli scienziati che studiano le differenze del sistema immunitario e il modo in cui influenzano le nostre risposte a vaccini e farmaci e la nostra vulnerabilità alle malattie. Il programma "HIP" utilizzerà anche i dati per nuovi modelli di intelligenza artificiale (AI) che potrebbero prevedere le risposte del sistema immunitario in intere popolazioni, fornendo preziose informazioni non solo per le aziende farmaceutiche e i governi, ma anche per medici e pazienti. 

Il sistema immunitario protegge l'organismo da agenti patogeni, elimina le cellule morte, danneggiate o invecchiate e rimuove  quelle anomale.
Le cellule immunitarie (globuli bianchi) hanno una varietà di ruoli e catalogarle può aiutare i ricercatori a scattare un'istantanea della salute del sistema immunitario. 

L'immunologia non ha una serie comparabile di misurazioni semplici che indicano lo stato del sistema immunitario di una persona. Alcuni dati possono fornire un indicatore approssimativo: i pazienti con un numero ridotto di neutrofili (un particolare tipo di globulo bianco) sono soggetti a infezioni ma tali dati sono limitati. Il progetto "HIP" mira a fornire un gruppo uniforme di stime in grado di fornire una lettura del funzionamento del sistema immunitario. Un insieme di fattori - tra cui età, sesso, dieta, condizioni di vita, precedente esposizione a malattie e genetica - modella il funzionamento del sistema immunitario.

Per catturare la varietà umana, i piani di "HIP" prevedono fino a 300 siti di raccolta in tutti i Continenti abitati. Ogni sito misurerà lo stesso insieme di variabili in 10mila persone, provenienti da diversi livelli socio-economici e da una varia gamma di età, dai neonati ai centenari. Inoltre, includeranno persone sane e individui che hanno problemi medici come malattie autoimmuni, cancro e allergie.
E' un progetto mondiale che consentirà di definire nuove e più efficaci terapie. 


(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 10 febbraio 2024)

 
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