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Gestazione per altri. Reato universale, propaganda e danni da proibizionismo
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20 giugno 2023 14:41
 

Ieri 19 giugno è iniziata alla Camera dei Deputati la discussione sulla proposta di legge che intende rendere la “gestazione per altri” (Gpa) - chiamata anche maternità surrogata o utero in affitto - un “reato universale”, cioè perseguibile se commesso all’estero da un cittadino italiano. 

Si tratta di un'aggiunta ad una pratica già vietata in Italia, e l’intento dei proponenti (il partito della Meloni) è di perseguire anche chi, cittadino italiano, l’ha praticata all’estero, in Paesi in cui è legale. Secondo i proponenti, chi intende farla dovrebbe desistere, dando un colpo a questo tipo di mercato. Insomma, alla base c’è un’idea degli umani che, per capire, sembra di ascoltare le autorità cinesi quando dicono che nell loro Paese l’omosessualità non esiste perché vietata.

Al momento in Parlamento esiste una proposta di legge, redatta dall’associazione Luca Coscioni, che vorrebbe togliere il divieto alla gestazione per altri a patto che non ci siano soldi di mezzo. E’ stata presentata da +Europa alla Camera e Italia Viva al Senato.

La proposta del partito del primo ministro crediamo finirà nel nulla, perché il fatto che la “gestazione per altri” sia legale in diversi altri Paesi con cui l’Italia ha normali rapporti rende impossibile la qualifica di “reato universale”.

Tornando all’attuale divieto italiano, non si capisce come si possa impedire ad una donna di portare avanti una gravidanza per altri. Il divieto non fa che favorire la clandestinità. L’illegalità, visto che la domanda comunque esiste, incentiva un mercato nero. Quella che sarebbe una semplice decisione degli individui che riguarderebbe da solo se stessi, col divieto diventa un “frutto proibito”, tipica preda dei mercati neri. Valga l’esempio dei diffusi consumi di molte droghe illegali e di come il mercato nero ne approfitti.

A cosa serve quindi tutto questo "ambaradan"? Per chi propone il “reato universale” serve a rimarcare la propria identità ideologica su l’intimità di donne e individui per un modello di società e di economia tutt’altro che libere, nonostante la parola “libertà” venga usata per rimarcare che la stigmatizzazione sia la vera libertà.

Purtroppo, oltre ad una contesa ideologica, le vittime oggi sono i bambini che nascono legalmente all’estero grazie alla gestazione per altri e che vedono negato il riconoscimento dei propri genitori che invece sono legalmente tali lì dove sono nati.

Finita nel nulla la contesa sul “reato universale”, ci sarà quindi da impegnarsi per levare anche in Italia il divieto di gestazione per altri.

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