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Fiducia consumatori. Mercato fermo che avrebbe bisogno di libertà
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29 novembre 2023 12:49
 

I dati Istat sulla fiducia dei consumatori e delle imprese sono lo specchio di una realtà ferma ed in attesa, con ovviamente un leggero aumento nei consumatori che in questo novembre si sono molto impegnati per gli acquisti della settimana del black friday e si preparano per quelli delle feste di fine anno. Leggero aumento che però diventa negativo quando si parla di aspettative per la disoccupazione.

Situazione da mercato fermo, dove i consumatori rimangono a guardare e le aziende hanno timori. Situazione a cui il governo ha dato il proprio contributo, non avendo ancora chiarito quelli che dovrebbero essere i provvedimenti per rilanciare l’economia e, quando una specie di chiarimento c’è stato, la chiarezza si è peggiorata. 

Facciamo due esempi. 
Il tanto decantato taglio del cuneo fiscale, che altro non è che la reiterazione di quanto già avveniva negli anni passati e, quindi, nessun adeguamento all’aumento generale del costo della vita che, invece, implacabile va avanti. 
Altro esempio la timidezza e il timore che il governo ha manifestato per la fine del mercato tutelato dell’energia: quelli che lo hanno approvato si sono quasi scusati per averlo fatto (non potevano altrimenti rispetto alle politiche Ue), alcuni della maggioranza hanno detto che è stato un errore, i maggiori partiti di opposizione si sono accodati a chi chiede di tornare indietro.

Come potrebbero consumatori e imprese avere fiducia nel clima economico in un contesto in cui le decisioni di liberalizzazione vengono prese di malavoglia e subito dopo si dice che si farà di tutto per cambiarle?

Crediamo che governo e opposizione stiano manifestando in tutto il loro ardore politico, economico ed ideologico, la contrarietà alla liberalizzazione dell’economia. E crediamo che questi siano i preamboli per un futuro molto più grigio dove, a parte piccoli gruppi di opposizione che perorano il libero mercato (Azione, Italia Viva e + Europa), anche le potenziali alternative (Pd, M5S e Verdi-Sinistra) siano del tipo “dalla padella nella brace”.

Certo, il partito della “spesa pubblica costi quel costi” (destra e sinistra non fanno differenza) è per ora sempre maggioritario… ma per andare dove?

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