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Le emergenze dimenticate. Gli incidenti stradali. Che fare
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18 settembre 2023 15:04
 
 
Bollettino di guerra. 420 morti in incidenti stradali nei fine settimana dei 3 mesi estivi e 3159 nel 2022. 144 ciclisti morti dall’inizio dell’anno fino al 17 settembre. 294 pedoni uccisi nello stesso periodo.

Sono i morti, gli uccisi a cui ci abbiamo fatto l’abitudine. Uccisi per l'insufficienza di prevenzione di chi ci ha governato fino ad oggi e, per quelli che saranno uccisi nei prossimi giorni e prossimi mesi, affidati alle decisioni dell’attuale ministro dei Trasporti. E non c’è differenza di colore politico. 

Un’emergenza anche maggiore degli sbarchi degli immigrati, di fronte alla quale i ministri di turno, oltre le promesse elettorali che raramente sono onorate, non hanno dimostrato di avere cognizione di causa ed effetto. A parte i soliti, quanto inutili, aumenti delle pene per quella o quell’altra infrazione, con l’aggiunta di invenzioni di nuovi e sempre inutili reati tipo il cosiddetto omocidio stradale, oltre la conta dei morti, non accade nulla.
Non ci sembra diverso l’attuale ministro dei Trasporti: i numeri che abbiamo elencato fanno parte del periodo della sua reggenza. Mentre le previste riforme del codice della strada si limitano, per l’appunto solo all’aumento di sanzioni e pene.

Certamente non è responsabilità solo del ministro dei Trasporti, ma anche di un sistema viario extraurbano concepito per un numero e un tipo di veicoli, bene che vada di qualche decina ‘danni fa;, mentre i sistemi urbani sono una sorta di sfida tra città concepite per le carrozze a cavalli e solcate da mezzi di ogni tipo. Con l’aggiunta della trovata eco-economica di concentrarsi sul cosiddetto elettrico, come se i problemi fossero solo di emissioni di Co2. E anche questa trovata fa a cazzotti con una inesistente rete di approvvigionamento e di costi di acquisto e manutenzione dei veicoli che come minimo impegnano una famiglia per tutta la vita.

E quindi? Invece dei provvedimenti più o meno tampone che corrono dietro alle emergenze, senza illudersi che i numeri degli uccisi miracolosamente calino, occorre ripensare tutto e rifare tutto. A partire dal chiudere, chiudere e chiudere l’invasione dei veicoli ovunque,  per farsi meno male, quasi costringendo le persone a far uso di mezzi pubblici e, di conseguenza, costringendo le amministrazioni ad incentivare il trasporto pubblico, senza progetti faraonici che rimandino a chissà quando le prime soluzioni. E facendo molta attenzione che se è un bene incentivare la mobilità ciclabile e pedonale, se anche per queste non ci organizza, non si può fatalmente continuare a credere che il pedone, per esempio, essendo il più indisciplinato dei vari attori, non sia più miracolosamente tale.

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