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Le città più pericolose al mondo
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Articolo di Redazione
30 luglio 2023 17:53
 
Qual è il posto più pericoloso del mondo in cui vivere? In questo momento Gianluigi Donnarumma direbbe Parigi, visto che qualche giorno fa lui e la sua fidanzata Alessia sono stati aggrediti nel loro appartamento, fra l’altro in un quartiere chic (zona Place de la Concorde), e derubati di orologi e gioielli per mezzo milione di euro, con la situazione che in certi momenti sembrava potesse anche peggiorare. Vediamo se le impressioni del portiere del Paris Saint-Germain e della Nazionale italiana sono suffragate dalle statistiche.

Il tasso di omicidi volontari non è forse il miglior modo per valutare quanto una città sia violenta, ma è senz’altro il più oggettivo: o sei vivo o sei morto, senza discussioni. In questo senso la città più violenta del mondo è la messicana Tijuana, con 138 omicidi ogni 100.000 abitanti. Da notare che Tijuana è considerata una città turistica, anche per la sua vicinanza alla California, ma questo non le evita di essere considerata un campo di battaglia per i vari cartelli della droga. Al secondo posto nel mondo, per lo meno nel mondo che divulga le proprie statistiche (escludiamo quindi mezza Asia, Cina in testa, e mezza Africa), un’altra celebre località turistica, come Acapulco. Nel 2022 la città che nell’immaginario collettivo è simbolo di ricchezza e di vacanze (oltre che tappa quasi fissa per la Love Boat del capitano Stubing) ha avuto 111 omicidi ogni 100.000 abitanti. Medaglia di bronzo, si fa per dire, al Venezuela con Caracas che vede la sua cattiva fama confermata dai numeri: 100 omicidi per 100.000 abitanti, si parla sempre di città non coinvolte in guerre propriamente dette. Nel caso di Caracas un’incidenza minore del traffico di droga, ma molta più criminalità comune indotta dalla povertà. La classifica prosegue con il Messico: Ciudad Victoria, Ciudad Juarez (la più pericolosa per le donne), Irapuato. Al settimo posto 2022 di nuovo il Venezuela, con Ciudad Guayana, poi il Brasile con Natal e Fortaleza ed al decimo posto Ciudad Bolivar, ancora Venezuela, dove la criminalità si mescola alla guerriglia politica con il risultato di 69 omicidi ogni 100.000 persone. Per fare un confronto, questo valore è di 48 a Rio de Janeiro, 10 a Los Angeles e a Città del Messico, 6 a New York, 4 a Mosca, 3 a Kiev, 1 a Londra (nel 2022 soltanto 124 omicidi). E Parigi? Poco meno di Londra.

Certo la pericolosità di una città o di un paese non è data soltanto dal rischio di essere ammazzati, ma anche da altri fattori, che per la creazione degli indici (il Crime Index è il più famoso) sono fondamentalmente 5: la percezione del livello di criminalità, la percezione della sicurezza (paradossalmente si può ritenere sicura una città piena di criminali, anche se quasi mai è così), l’atteggiamento della popolazione verso i singoli reati (esempio: in alcuni paesi un’offesa razzista o omofobica è più tollerata che in altri), le statistiche sui reati contro la proprietà, la statistiche sui crimini violenti contro la persona. Insomma, secondo il Crime Index aggiornato a giugno 2023 la città più pericolosa del mondo fra quelle non in guerra è Caracas con un indice di 83,2, davanti a Pretoria e Durban. Rio settima con 77,6, la vituperata Tijuana solo diciannovesima: si torna al discorso della percezione, un posto in mano alla criminalità organizzata può far diminuire i reati contro il patrimonio, i più sentiti dalla gente comune. La peggiore grande città degli Stati Uniti è Baltimora, con 75,1, di poco davanti a Detroit, prima europea Marsiglia con 64,4, davanti a Catania. La Parigi di Donnarumma è ottantaquattresima con 57,2. Quasi il doppio di Ginevra, alla posizione numero 269 con 30,6, prima della Svizzera davanti a Losanna, Basilea, Zurigo e Berna.

Questo tipo di considerazioni sembra fatto apposta per spaventare il turista, ma in realtà al di là dei numeri assoluti (città più grande e quindi maggior numero di crimini che fanno notizia) New York con il suo 49,6 è pericolosa quanto Milano e molto meno rispetto a Napoli, Atene, Parigi, Barcellona e Londra. Certo non c’è bisogno di statistiche per intuire che in paesi dove la gente muore di fame la situazione è più pericolosa, ma basta non andarci a meno di avere motivazioni nobili. In ogni caso colpisce che molte città considerate turistiche abbiano un Crime Index superiore a quello di New York: Santo Domingo, Casablanca, Roma, Dublino…. Chiaramente se alla criminalità comune uniamo il parametro dell’essere in una zona di guerra la classifica cambia: secondo l’Institute for Economics and peace il paese più pericoloso del mondo, tutto compreso, è l’Afghanistan, davanti a Yemen, Siria, Russia, Sud Sudan, Congo, Iraq, Somalia, Repubblica Centrafricana e Sudan, con l’Ucraina undicesima e la Turchia diciannovesima.
Un discorso doveroso è quello opposto, cioè sulla percezione della sicurezza, che non è soltanto un rovesciare la classifica negativa, visto quante sorprese ci sono. Il Safety Index dice che la percezione della sicurezza è massima ad Abu Dhabi, con 87,9, ma non bisogna credere al luogo comune secondo cui nei paesi autoritari ci si senta più protetti. Taipei è al quarto posto nel mondo come sicurezza percepita, Québec City al sesto, Berna al settimo, Zurigo al dodicesimo, Basilea al ventunesimo, in generale la classifica è dominata da paesi civili, comunque democratici, e questo in fondo è doppiamente rassicurante. Nella sicurezza percepita ha grande peso la narrazione mediatica, per questo Milano pur non essendo Caracas è duecentesima al mondo e Parigi numero 253, con sondaggi che danno quasi lo stesso esito di quelli effettuati a Nairobi. Poi è chiaro che quando si è vittime di un crimine sia ha la sensazione di vivere nel Bronx ed è sicuramente ciò che è accaduto a Donnarumma. Il punto è che è più sicuro vivere nel Bronx invece che in città e paesi in cui andiamo tranquillamente in vacanza.

(Corriere del Ticino del 29/07/2023)


 
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