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Buone pratiche agricole. Capaci di rivitalizzare la Terra
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Articolo di Primo Mastrantoni
4 novembre 2023 14:38
 
Negli anni Trenta del secolo scorso una serie di tempeste di sabbia colpirono gli Stati Uniti e il Canada, provocate da decenni di tecniche agricole inappropriate che avevano spogliato le Grandi Pianure della fertilità del suolo, inducendo, così, gravi fenomeni siccitosi. Venti devastanti sollevarono nuvole di polvere, alterando il paesaggio e rendendolo non più coltivabile. Questo evento drammatico, chiamato  Dust Bowl, provocò la morte di migliaia di agricoltori per malattie polmonari e ne costrinse altrettanti ad emigrare.
Per molte persone, il suolo è solo la terra sotto i nostri piedi, ma una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences  mostra che, per più della metà di tutte le specie sulla Terra, il suolo è un habitat fondamentale, il cui equilibrio è in pericolo, compromesso anche dal cambiamento climatico. 
Mark Anthony, ecologo presso l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (Svizzera), autore di uno studio su "Censimento della biodiversità del suolo", afferma: "Stiamo iniziando a renderci conto che abbiamo davvero problematizzato i nostri terreni su scala globale".
Jo Handelsman, direttrice del Wisconsin Institute for Discovery presso l'Università del Wisconsin-Madison (Usa), in un articolo pubblicato sulla rivista Scientific American, scrive che "gli agricoltori possono essere partner chiave per evitare conseguenze catastrofiche. Utilizzando pratiche agricole disponibili, sia l'erosione che il cambiamento climatico possono essere mitigati incorporando più carbonio nel suolo."
Il suolo immagazzina tre volte più carbonio dell'intera atmosfera e ne è il più grande pozzo terrestre offrendo un vasto deposito con un'immensa capacità non sfruttata.
La fissazione fotosintetica del carbonio rimuove l'anidride carbonica dall'aria, ancorandola al materiale vegetale che può essere assorbita nel suolo. Questo processo riduce i gas serra atmosferici e l'erosione del suolo arricchendolo di carbonio che - a sua volta - alimenta microorganismi che producono sostanze che legano le particelle del suolo in grumi, meno vulnerabili al movimento del vento e dell'acqua.   Il fabbisogno di azoto, inoltre, potrebbe essere soddisfatto dalla sua fissazione biologica, elaborata dai batteri del suolo i quali non hanno bisogno di combustibili fossili per produrre fertilizzanti azotati. 

Le pratiche agricole che realizzano l'arricchimento carbonico del suolo sono note e prontamente utilizzabili: dalla riduzione dell'aratura profonda (che espone il suolo ad ossidazione della sostanza organica), alle colture di copertura (che arricchiscono e proteggono il suolo dai venti invernali o dalle piogge primaverili) e alla rotazione delle colture che migliora la fertilità del terreno. Il suolo raggiungerà, così, la capacità di trattenere il carbonio e sarà quindi in buone condizioni e resistente all'erosione.
Si tratta, insomma, di applicare buone pratiche agricole per migliorare la produzione agricola e contribuire alla lotta al cambiamento climatico.

(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 4 Novembre 2023)
 
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