La cosiddetta democratizzazione dei cieli, con l’avvento delle compagnie low cost, dopo le prime ventate di prezzi realmente convenienti e strabilianti, ha trovato un suo metodo di assesstamento: i costi supplementari, soprattutto quelli per bagaglio, check in e altri servizi di bordo. Tant’è che la maggiore low cost europea, Ryanair, la maggior parte dei guadagni li ricava da questi servizi piuttosto che dalla  vendita dei biglietti.

Ora il Parlamento europeo, dopo simile sentenza della Corte Ue di Giustizia, ha chiesto regole uniformi per dimensioni e prezzi di questi bagagli. Ma non illudiamoci, quella approvata dal Parlamento di Strasburgo è una risoluzione che, quindi, è come una richiesta fatta ai singoli vettori … che continueranno a fare quello che ritengono opportuno. E viste le premesse, c’è poco da aspettarsi.

Dopo le tariffe alle stelle, anche delle low cost, di questa stagione estiva e i goffi, quanto inutili, provvedimenti del governo per evitare il caro tariffe.. è evidente ai più che siamo sul finire di questa “necessaria” ubriacatura di low cost che abbiamo avuto in questi ultimi anni. E le compagnie aeree cosiddette tradizionali stanno tornando in auge, non solo perché hanno prezzi e qualità del servizio che spesso sono in concorrenza con le low cost, ma anche perché non bisogna andare a leggere nelle pieghe del contratto di viaggio cosa sia incluso o meno in quanto pagato.

Del resto, sarebbe anomalo che una legge possa imporre ad un vettore aereo cosa far pagare o meno per il servizio che offre. Attenti, invece, dovrebbero essere i viaggiatori a denunciare ad Antitrust tutto quello che si ritrovano sottratto dal portafoglio senza averne avuto contezza prima di decidere la scelta della compagnia.

Qui il video sul canale YouTube di Aduc


  CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
DONA ORA