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Accanimento terapeutico. I primati dell’Italia
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7 novembre 2023 13:11
 

Due fatti che fanno riflettere su libertà di cura e accanimento terapeutico.
Una attrice, Sibilla Barbieri, malata terminale, dopo il rifiuto dell'Asl per porre fine alla sua tragedia, si è recata in Svizzera con l’assistenza dell’ass. Coscioni e si è suicidata.
Una neonata britannica incurabile degenerativa, sulla quale si era espressa anche la magistratura per porre fine ai suoi tormenti, ha mobilitato il governo italiano che ha deciso, nel giro di poche ore, di darle la cittadinanza italiana e, trasferita in un ospedale romano, mantenerla in vita in stato vegetativo.

Entrambi questi episodi si possono ascrivere nell’accanimento terapeutico: la legge che, di fronte a malattie incurabili e dilanianti, ti impone di vivere in una sorta di etica che si basa sul "finché c’è vita c’è speranza”.

In Italia abbiamo una legge etica che, a differenza della Gran Bretagna e della Svizzera (e non solo), vieta le volontà individuali e i pareri scientifici. Non è un caso, infatti, che quando milioni di italiani hanno chiesto che si tenesse un referendum per la legalizzazione dell’eutanasia, nonostante pronunce ad hoc della Corte Costituzionale, è stata impedita la consultazione.
 
Le conseguenze della normativa in essere sono una frustrazione umana e scientifica che lasciano spazio all’iniziativa del governo. Se pensiamo a tutti i bimbi che, figli di immigrati per esempio e pienamente integrati nella nostra società, che non vengono riconosciuti cittadini italiani e alla velocità con cui è stata concessa alla bimba inglese per venire a finire nella sofferenza i suoi giorni in Italia, ma bloccando una di fatto eutanasia decisa dall’Alta corte britannica… se pensiamo a questo ci viene in mente solo la barbarie, nonchè l’uso delle istituzioni (governo nel nostro caso) non per fare del bene a qualcuno ma per affermare una ideologia.

La libertà di cura, così come la sanità per tutti (in profonda crisi in questi ultimi anni), è uno dei principi fondamentali del nostro patto costituzionale. Ma abbiamo l’impressione che “libertà” e “per tutti” siano solo sulla carta. La conseguenza è che poi… ognuno fa da sé, andandosene in Svizzera, per esempio. Meno male che ci sono associazioni come la Coscioni che trasferiscono dall’umano al politico queste problematiche, esponendosi - disobbedienza civile - anche in prima persona per l’affermazione dei diritti.

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