Il decreto sulle cure con cellule staminali secondo il metodo Stamina ha appena incassato il primo si' in Senato, ma il metodo al centro della vicenda era stato 'bocciato' nel 2010 dall'ufficio brevetti Usa nel corso dell'esame preliminare. E' quanto si legge nel documento dello Us Patent Office intitolato 'Pre final rejection' e relativo alla domanda di brevetto presentata da Stamina, esaminato dall'Adnkronos Salute. Insomma, l'esame da parte dell'ente statunitense ha portato a una bocciatura preliminare, notificata ai richiedenti e ora pubblica. Dunque, volendo, ora anche altri ricercatori o societa' potrebbero commercializzare il metodo al centro di un aspro dibattito in Italia, in quanto il brevetto non e' stato concesso. Nel frattempo da Stamina e' stata chiesta una Time Extension: una estensione del tempo necessario prima di avere la final opinion. In questo modo il brevetto resta 'pending', e a patto che si continui a pagare il relativo fee ogni tre o sei mesi, la domanda puo' restare pending e dunque 'in attesa di giudizio' anche per anni. Ma ricostruiamo i passi della vicenda 'americana', documenti alla mano: tra ottobre e dicembre 2010 Stamina sottopone all'Epo (ufficio europeo brevetti) e allo Us patent office due richieste di brevetti (Extraction process for mesenchymal stromal stem cells USA deposit n12964938; deposited EU n. 10 194594; Differentation process of mesenchymal stem cells therapeutic use thereof USA deposit n 12964941; deposited EU n 10194588.9). Il file sottomesso a Epo, come hanno gia' detto dalla Fondazione Stamina, e' poi stato ritirato. Mentre andando sul sito dello Us patent office (http://portal.uspto.gov/pair/PublicPair) e inserendo il codice di uno dei due testi di richiesta brevetto si riesce a ricostruire tutta la vicenda americana: dalla domanda al parere preliminare ('No claims allowed'), alla richiesta presentata da Stamina l'11 maggio 2012 di rinuncia al brevetto e di evitare la pubblicazione del testo (Express abandonment and petition for non publication under 1.138). Una domanda 'tardiva' per l'ufficio brevetti Usa, che dunque risponde picche (il 23 maggio 2012). Quindi a settembre dello stesso anno Stamina chiede e ottiene un'estensione di tempo di tre mesi. I documenti arrivano a gennaio 2013, dunque ora la richiesta di estensione potrebbe essere reiterata o meno. Resta da vedere cosa decidera' Stamina, ma in ogni caso finche' un brevetto resta 'pending' chiunque potrebbe commercializzare quel prodotto.
"Quando ad una domanda di brevetto viene risposto 'No Claims Allowed', significa che il valore delle idee, delle ipotesi e dei risultati contenuti nella domanda e' uguale a zero". Tiene a precisarlo
Elena Cattaneo, direttore del Centro ricerca staminali dell'universita' degli Studi di Milano, in merito alla 'bocciatura' del metodo Stamina da parte dell'Ufficio brevetti americano, nel 2010 durante l'esame preliminare della richiesta, il cui responso e' ora pubblico. Il 'semaforo rosso' da Oltreoceano dimostra che quello proposto da Davide Vannoni e' "un 'non-metodo' - afferma Cattaneo all'Adnkronos Salute - relativo a un trattamento non provato, privo di alcun razionale, privo di alcuna prova preclinica circa la sua presunta efficacia". E attenzione, aggiunge la scienziata all'indomani del via libera del Senato al Dl Balduzzi, che ora passera' alla Camera: "Un governo che autorizzi come erogabile dal Servizio sanitario nazionale un simile preparato non identificato e inefficace, sviluppato con un 'metodo' bocciato, per la sua inconsistenza, anche dall'Ufficio brevetti americano, si assume grosse responsabilita' in materia di tutela della salute".