In seguito al recente caso di un’anziana deceduta per intossicazione da botulino dopo aver mangiato una zuppa pronta comprata in un supermercato di Roma, la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione (Dgsan) del ministero della Salute ha inviato a Unionfood, Federdistribuzione, Coop e Conad una circolare
ripresa da Il Fatto Alimentare in cui si forniscono raccomandazioni in merito alla gestione dei REPFEDs (REfrigerated Processed Food with Extended Durability), ovvero zuppe, vellutate e passate di verdure poste in vendita nei banchi frigo.
“L’esperienza maturata nel corso degli anni a causa del verificarsi di numerosi episodi di botulismo e l’esperienza maturata presso il Centro nazionale di riferimento per il botulismo (Cnrb) dimostra che questi prodotti possono supportare lo sviluppo e la tossinogenesi dei clostridi produttori di tossine. La loro sicurezza d’uso è strettamente correlata al mantenimento della catena del freddo e alla scrupolosa osservazione delle modalità d’uso riportate in etichetta”, si legge nella nota inviata dalla Dgsan, che per formulare le sue raccomandazioni ha richiesto il parere dell’Istituto superiore di sanità.
In assenza di dati certi sui tempi minimi di denaturazione termica per questa tipologia di prodotti, si raccomanda quindi l’inserimento in etichetta, e in caratteri ben evidenti, della dicitura “far bollire il prodotto per almeno 5 minuti”. “Questa tipologia di indicazione è facilmente attuabile sia in cucina sia in luoghi come quelli di lavoro in cui possono essere presenti solo piastre scaldanti o forni a microonde”, si legge ancora nella circolare. “L’ebollizione è facilmente identificabile e non richiede l’utilizzo di un termometro per verificare il raggiungimento della temperatura minima necessaria per la disattivazione termica”.
(Alimentando.info)
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