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 ITALIA - ITALIA - Sentenza Cucchi. Salvini: questo testimonia droga fa male. Ilaria: non è la droga ad aver ucciso mio fratello
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16 novembre 2019 12:42
 
A Ilaria Cucchi proprio non e' piaciuto il commento di Matteo Salvini sulla sentenza che ha condannato ieri due carabinieri per omicidio preterintenzionale del fratello Stefano. Il leder leghista ieri sera, prima di entrare al Paladozza di Bologna per lanciare la campagna elettorale per l'Emilia Romagna, aveva sostenuto che "questo caso testimonia che la droga fa male sempre". "Che c'entra la droga? Salvini perde sempre l'occasione per stare zitto", ha affermato Ilaria Cucchi, in diretta a Circo Massimo, su Radio Capital. "Anch'io da madre sono contro la droga, ma Stefano non e' morto di droga", ha proseguito Cucchi, che non ha escluso di procedere per vie legali: "Contro questo pregiudizio e contro questi personaggi ci siamo dovuti battere per anni. Tanti di questi personaggi sono stati chiamati a rispondere in un'aula di giustizia, e non escludo che il prossimo possa essere proprio Salvini". Dopo dici anni, la Corte d'Assise d'appello ha condannato Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro a 12 anni di carcere per il pestaggio avvenuto in caserma la notte dell'arresto di Stefano Cucchi, ribaltando la sentenza del giugno 2013. Assolto invece dall'accusa di omicidio il carabiniere Francesco Tedesco, che con le sue dichiarazioni permise di riaprire il caso. Per lui, la condanna e' di 2 anni e 6 mesi per falso. Gli avvocati difensori di Di Bernardo e D'Alessandro hanno gia' dichiarato che faranno ricorso.

"Stefano, che dire, che dirti... da oggi potrai riposare in pace. Queste le bellissime e commoventi parole di tua sorella Ilaria, che dieci anni fa ti aveva fatto una promessa e, agendo nel Diritto, l'ha mantenuta. Ti aveva promesso che avrebbe lottato perche' sulla tua morte emergesse la verita', e cioe' che non sei morto per droga - perche' 'tossico', 'drogato', 'spacciatore', si', cosi' negli anni ti hanno chiamato - ma perche' picchiato a morte". Lo scrive su facebook Roberto Saviano. "Servirebbe un trattato- prosegue- per dire quanto la lotta della tua famiglia nel Diritto sia preziosa per il nostro Paese. Ha portato alla luce, una volta per tutte, un fatto che deve essere chiaro: chi e' affidato allo Stato deve sentirsi al sicuro e non minacciato. E, per corollario, che chi fa uso di droghe, va curato e non punito. Ieri mi ha commosso la foto di tua sorella Ilaria, mi ha commosso vedere la sua mano stretta nella mano del maresciallo presente in aula, che l'ha portata alla bocca e l'ha baciata: 'Finalmente dopo 10 anni e' stata fatta giustizia', ha detto quel carabiniere mentre compiva un gesto antico, di affetto e rispetto insieme". "Dal 2006 vivo tra carabinieri- aggiunge Saviano- e so che questa sentenza ti rompe dentro se sai che qualcuno, con la tua stessa missione, ha tradito cio' in cui credi. Ma so anche che i carabinieri che conosco non permetterebbero mai che un colpevole si nascondesse dietro la loro divisa. La verita' sulla tua morte, caro Stefano, e' importante per te e per la tua famiglia, ma e' fondamentale per noi, perche' e' l'affermazione dello Stato di Diritto. E oggi sappiamo che non c'e' divisa sotto la cui protezione i colpevoli potranno trovare riparo. Mai piu'".
    
 
 
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