ITALIA - Movimento ecclesiale: legittima la decisione della Cassazione su Englaro
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19 luglio 2008 0:00
'Evitiamo di farne materia di conflitto tra magistratura e politica': e' questa la prima necessita' che il costituzionalista Renato Balduzzi avverte di fronte agli sviluppi del caso di Eluana Englaro. 'Da costituzionalista, mi sembra azzardata e anche un po' pericolosa l'ipotesi di conflitto di attribuzione', osserva. Quanto ai contenuti della polemica, il cattolico Balduzzi osserva: 'E' ora che l'iter del testamento biologico venga portata a compimento. Anche se non dobbiamo aspettarci che la norma posso risolvere tutto'. Balduzzi, che e' presidente del Meic, il Movimento ecclesiale di impegno culturale, una delle storiche componenti dell'Azione cattolica italiana, e' abituato ad entrare, da cattolico, nel cuore delle questioni eticamente piu' 'sensibili' e politicamente piu' scottanti: nella scorsa legislatura, era Capo ufficio legislativo del Ministro della famiglia Rosy Bindi, autore (insieme all'altro cattolico Ceccanti) dello sfortunato disegno di legge sui Dico. Nella sentenza della Cassazione su Eluana, Balduzzi non vede 'sconfinamenti'. 'Non c'e' una competenza riservata alle Camere su certi argomenti. Anche ammesso che in tema di diritti il legislatore abbia una preminenza, il giudice arriva dove puo' in base alla legislazione vigente e ai principi costituzionali'. 'Bisogna ricordare che un ordinamento contiene sempre delle lacune e lo 'jus dicere' del giudice comporta naturalmente la possibilita' di colmarle. Il giudice non e' certo solo la bocca della legge; il suo, anzi, e' un duro mestiere, che deve bilanciare tanti principi e tenere in equilibrio diritti e doveri'.
La questione e' anche di opportunita', di tempi: 'Sollevare un conflitto di attribuzione aggiunge motivi di contrasto ad una situazione gia' molto delicata nei rapporti tra politica e magistratura.
Ma al di la' di questo, la sentenza della Corte di Cassazione non crea nessun vulnus nelle prerogative del Parlamento'.
'La norma, per un caso limite come quello di Eluana, non risolverebbe tutto. E qui, ma non parlo piu' da costituzionalista, non so se la legge possa coprire questa materia cosi' complessa, dove la prima regola dovrebbe essere quella della prudenza, del silenzio, unito alla coerenza, all'assunzione di responsabilita' per quanto si dice. E a questo aggiungerei un'altra osservazione: non puo' essere considerato irrilevante dal punto di vista giuridico il fatto che ci sia qualcuno che si fa carico del 'dovere' della solidarieta''.
Il nodo, come e' stato ricordato da piu' parti, e' in quelle 'direttive anticipate' che nel nostro paese non hanno ancora valore legale. C'e' chi agita il timore dell'eutanasia: ma per Balduzzi, non si puo' parlare di ''fughe in avanti' ed 'estremismi' in un dibattito ormai maturo, ma fino ad oggi senza uno sbocco legislativo, come quello sul testamento biologico'. 'L'iter del testamento biologico e' quindi da portare a compimento, senza pensare che in una legge possa entrare tutto un sentire etico. Per questo e' importante che non si strumentalizzi, ma si guardi veramente al bene comune. Se oggi si procede a colpi di sentenze e' perche' fino ad ora e' mancata una sintesi'.
Una sintesi. Quella fallita nel caso dei diritti delle coppie di fatto. Esiste un simile punto di equilibrio nel dibattito sul testamento biologico'? 'A mio parere sta nel garantire una periodica verifica delle volonta' del soggetto'.
VIALE (RADICALI), RISPETTARE LE SUE VOLONTA' - "Nessuno tocchi la volonta' di Eluana". Silvio Viale, medico, dirigente radicale e di Exit-Italia, replica a quanto affermato da Antonio Socci e Giuliano Ferrara sul caso Englaro e li "sfida" a pubblici confronti su Eluana, lo stato vegetativo e tutte le tematiche di fine vita. "Eluana - afferma Viale - non e' Abele, vittima di un qualche Caino. E' pero' una vittima sacrificale della magnificenza imperfetta della medicina, che ha mantenuto in vita il suo corpo, ma non la sua coscienza, e dell'ignavia degli uomini, che non hanno il coraggio di affrontare tutto cio'". "Dopo la moratoria sull'aborto, - aggiunge Viale - mi aspetto che Giuliano Ferrara metta in campo anche una moratoria contro le uccisioni per sospensione delle cure, magari con una bottiglietta come simbolo e lo slogan 'Acqua? Si', grazie.'. Ma perche' - aggiunge l'esponente radicale - quelle bottigliette solo ora? Eppure Eluana c'era anche prima". L'auspicio di Viale e' che "quelle bottigliette d'acqua si moltiplichino davanti a tutte le chiese d'Italia e ci rimangano anche dopo il caso di Eluana, perche' non cali mai piu' il silenzio sugli stati vegetativi, sui malati terminali e sulla necessita' di riconoscere effettivamente il testamento biologico".