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 ITALIA - ITALIA - Libro bianco, in Italia quasi 35% dei detenuti per droghe
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23 giugno 2022 15:20
 
In Italia sono il 34,88% i detenuti per reati riguardanti il Testo Unico sulle droghe: la percentuale e' il doppio della media europea (18%) e lungamente superiore a quella mondiale (21,65%). In italia le incarcerazioni riguardanti le sostanze sono maggiori di quelle russe che sono stimate al 28,6%. Nell'ultimo anno si e' riscontrato un picco percentuale di carcerati tossicodipendenti: il 28,16% dei presenti. Sono alcuni dei dati che emergono da "Il Libro Bianco sulle droghe", giunto alla tredicesima edizione, un rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/90) sul sistema penale, sui servizi, sulla salute delle persone che usano sostanze e sulla societa'.
E' promosso da La Societa' della Ragione, Forum droghe, Antigone, Cgil, Cnca, Associazione Luca Coscioni, Arci, L e Legacoopsociali con l'adesione di A Buon Diritto, Comunita' di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo Abele, Itardd e Itanpud. Ogni anno viene presentato in occasione del 26 giugno, Giornata mondiale sulle droghe, nell'ambito della campagna internazionale di mobilitazione 'Support! don't Punish' che chiede politiche sulle droghe rispettose dei diritti umani e delle evidenze scientifiche e che quest'anno coinvolgera' oltre 250 citta' in circa 100 paesi. "La legge sulle droghe - spiegano i promotori del volume - e' il principale veicolo di ingresso nel sistema della giustizia italiana e nelle carceri. Basti pensare che senza detenuti per art. 73 (spaccio) o senza detenuti dichiarati 'tossicodipendenti' non si avrebbe alcun problema di sovraffollamento nelle carceri italiane. La legislazione sulle droghe e l'uso che ne viene fatto sono quindi decisivi nella determinazione dei saldi della repressione penale: come dimostrato in questi anni la decarcerizzazione passa attraverso la decriminalizzazione delle condotte legate alla circolazione delle sostanze stupefacenti cosi' come le politiche di tolleranza zero e di controllo sociale coattivo si fondano sulla loro criminalizzazione". 

Nel 2021 dei 36.539 ingressi in carcere 10.350 sono causati da imputazioni o condanne sulla base dell'art. 73 del Testo unico (spaccio). Non e' vero quindi che "gli spacciatori non vanno in carcere": sono invece il 28,3% degli ingressi totali molti dei quali vi restano. Sostanzialmente stabile la percentuale dei presenti per droghe e' il 34,88% del totale (nel 2021 era il 35,04%). Sui 54.134 detenuti in carcere al 31 dicembre 2021 si registra un leggero calo dei presenti a causa del solo art. 73 del Testo unico (spaccio): sono 11.885. In aumento quelli inassociazione con l'art. 74 (associazione per traffico illecito di droghe) 5.971. Aumentano anche i detenuti esclusivamente per l'art. 74, che superano per la prima volta quota mille: sono 1.028. Si verifica "un record di incidenza delle presenze di detenuti che usano sostanze: oltre il 28% sono definiti 'tossicodipendenti" Si confermano infatti drammatici i dati sugli ingressi e le presenze di detenuti definiti "tossicodipendenti": lo sono il 35,85% di coloro che entrano in carcere, mentre al 31/12/2021 erano presenti nelle carceri italiane 15.244 detenuti "certificati", il 28,16% del totale, piu' di 1000 in piu' rispetto all'anno precedente. Si tratta del record percentuale, oltre i livelli della Fini-Giovanardi (27,57% nel 2007), alimentato dall'aumento degli ingressi in carcere di persone che usano sostanze. Sono oltre 230 mila i fascicoli che intasano i Tribunali italiani: le persone coinvolte in procedimenti penali pendenti per violazione dell'articolo 73 e 74 sono rispettivamente 186.517 e 45.142. In totale 231.659 fascicoli per droghe intasano i tribunali italiani.
(ANSA)

 
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