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 CANADA - CANADA - Lealizzazione cannabis. La preoccupazione dei leader indigeni
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13 dicembre 2017 10:54
 
Diversi leader indigeni si dicono preoccupati delle conseguenze del provvedimento per la legalizzazione della cannabis che dovrebbe entrare in vigore a luglio 2018. In particolare non ritengono che il regime fiscale per la cannabis ad uso ricreativo sia la "mucca da mungere" che e' stata loro prospettata. I leader temono piuttosto che il mercato nero possa puntare a conquistare le fragili comunita' indigene. Lo riferisce il quotidiano Canadaese "Toronto Star". Isadore Day, il capo regionale dell'Ontario dell'Assemblea delle Prime Nazioni afferma che insieme con il capo regionale del Quebec, Ghislain Picard, stanno discutendo dell'impatto della legalizzazione della marijuana sulle comunita' delle Prime Nazioni ed entrambi ritengono che il governo federale stia avanzando troppo velocemente sulla legalizzazione per rispettare la scadenza di luglio 2018. Day ricorda, inoltre, che i leader indigeni non sono stati invitati ieri, 11 dicembre, ai colloqui tra i ministri delle Finanze ad Ottawa. Bill Morneau, ministro per le finanze federale ha annunciato un accordo della durata di due anni in base al quale il governo centrale cedera' il 75 per cento dei proventi fiscali della tassazione della cannabis alle Province e ai Territori, mentre l'amministrazione federale manterra' il 25 per cento fino ad un massimo di 100 milioni di dollari Canadaesi l'anno. Morneau che inizialmente pensava ad un accordo di 50 e 50 ha ceduto riconoscendo una maggior quota ai governi locali che dovranno anche trattare con le richieste di un terzo dei proventi da parte delle Municipalita'. 
Le Prime Nazioni sono i popoli indigeni o autoctoni del Canada, che non sono ne' Inuit, ne' Metis. Numericamente sono concentrate nell'Ontario e nella Columbia Britannica, ma sono presenti in tutte le province e nei vari territori. Attualmente oltre 1,4 milioni di persone si identificano come aborigene, pari al 4 per cento della popolazione nazionale. Ci sono piu' di 630 comunita' (riserve) in Canada, che rappresentano oltre 50 nazioni. La popolazione aborigena vive di sussidi relegata nelle riserve, in seguito alla legge "Indian Act" del 1876. Si tratta del patto tra lo Stato federale Canadaese e le nazioni indiane con il quale nativi non alfabetizzati hanno cedute terre che oggi fruttano al governo 270 miliardi di dollari, mentre tornano ai nativi solo 70 miliardi. Gli indigeni sono registrati in un'anagrafe separata attraverso una Status Card, non pagano le tasse e ricevono sussidi per 800 dollari mensili (300 per magiare, il resto per l'affitto). Possono andare a caccia e a pesca, ma non commercializzare cio' che prendono. Il 10 per cento di loro con la gestione di gioco d'azzardo, alcol, tabacchi e spaccio di droga si conquista un agio. Il governo Trudeau dal 2015 ha avviato una politica di riconciliazione con le Prime Nazioni prevedendo lo stanziamento di 8,4 miliardi di dollari in cinque anni per agire su infrastrutture sociali, alloggi, istruzione e sanita' nelle riserve.
 
 
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