Tra le 56 raccomandazioni che figurano nel Rapporto sull'emergenza oppiacei negli Stati Uniti, pubblicato il 2 novembre scorso dalla commissione ad hoc voluta dal presidente Donald Trump, solo due si occupano di prevenzione. Eppure, sostiene il quotidiano "New York Times" e' piu' semplice e meno costoso intervenire in anticipo rispetto a quando la dipendenza e' ormai conclamata. Il Rapporto si e' concentrato piuttosto sul contenimento dell'offerta, colpendo gli eccessi nelle prescrizioni mediche e il mercato nero. Due soluzioni che, certo, sono importanti. Le due raccomandazioni sul fronte della prevenzione riguardano le campagne di dissuasione e gli incontri strutturati con un professionista sanitario. Nessuna delle due, secondo il quotidiano, ha fondamenti scientifici. Esistono strategie efficacemente testate che ritengono sia fondamentale agire sin da bambini con programmi volti a stimolare un approccio attivo, nelle scuole, in famiglia e nelle attivita' della comunita' di appartenenza: riconoscimento di un obiettivo raggiunto, strategie di gestione della situazioni di stress e emotivamente difficili, contesto sociale che dia per scontata l'inutilita' dell'uso delle droghe. Queste ed altre soluzioni presentano ricette efficaci per combattere l'emergenza della dipendenza da oppiacei, alcune sono indicate nel Rapporto, ma nessuna e' realmente segnalata come da adottare.