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 ARGENTINA - ARGENTINA - Aborto legale. Il ruolo delle donne nella conquista
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2 gennaio 2021 10:08
 
Il grido di migliaia di voci all’unisono nella piazza del Congresso a Buenos Aires segnala che l’aborto è diventato legale in Argentina. “Ce l’abbiamo fatta, è legge!”. È una vittoria storica per l’Argentina, la conquista del diritto a decidere sul proprio corpo che viene da oltre trent’anni di lotte condivise fra tre generazioni. Nel 2012, un'adolescente di 15 anni stuprata dal patrigno si vide negare dalla giustizia la possibilità di accedere a un aborto. Il caso terminò davanti al Tribunale Superiore della Giustizia, che con la sentenza conosciuta riaffermò e chiarificò le condizioni di accesso all’aborto legale, evidenziando la discrezionalità con cui veniva interpretata la norma. Nonostante questo importante precedente giuridico, in Argentina l’aborto ha continuato a essere criminalizzato. Un’ingiustizia insostenibile, che ha portato il movimento femminista a sollevarsi con proteste, mobilitazioni e campagne che hanno infine portato Belén all’assoluzione dopo due anni e mezzo di reclusione. Un caso significativo è stato quello di Lucía, una bambina di 11 anni, abusata dal compagno della nonna lo scorso anno. “È stata ricoverata in ospedale per un mese in cui l'aborto è stato ritardato e ostacolato, e dove tutti i medici si sono dichiarati obiettori di coscienza”, ha dichiarato Cecilia Ousset, medica cattolica e obiettrice, che ha aiutato Lucía ad abortire. “In realtà non tutti erano obiettori, ma avevano paura, perché il procuratore provinciale aveva mandato all’ospedale l’ordine di non intervenire”. Proprio su questo punto dovrà concentrarsi ora la Campagna per l’Aborto Legale, Sicuro e Gratuito, che per 15 anni ha lottato con l’obiettivo della legalizzazione. “Per noi è importante non ammettere nessun tipo di obiezione perché in pratica viene usata per ostacolare l'accesso ai diritti sessuali e riproduttivi”, ha detto l'attivista Jamila Picazo. 
(Valigia Blu)
 
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