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Retta RSA - Anziano non autosufficiente e demenza senile - Fascia assistenziale alta
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Lettera 
6 luglio 2019 0:00
 
Buongiorno, stiamo cercando di inserire mio papà all'interno di una rsa. Premetto che si tratta di una persona ultrasessantacinquenne (quasi 85anni), nel 2012 gli è stata riconosciuta una invalidità del 100% con demenza senile e recentemente valutato da una commissione dell'UVG in cui è stato individuato un percorso RSA con una fascia assistenziale ALTA. Egli è titolare di una pensione e percepisce l'indennità di accompagnamento. Non ha altri beni. Mia mamma non percepisce nulla e mio fratello è disoccupato. Mia mamma ha una casa di proprietà in cui abitano....valore circa 120.000 e non ha altri beni. Mio fratello che vive in casa con loro non ha nulla. L'isee socio-sanitario con la componente aggiuntiva è di 12.530,79 euro + una componente aggiuntiva di 1.042,14 euro. Credo sia decisamente basso. Da diverse ricerche effettuate ho trovato alcune informazioni discordanti ovvero qualcuno sostiene che per le "persone ultrasessantacinquenni non autosufficienti con una fascia assistenziale ALTA, la retta e' a totale carico dell'SSN" altri sostengono che "per soggetti ultrasessantacinquenni non autosufficienti e' ripartita per il 50% a carico del S.S.N. e per il restante 50% a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente secondo i regolamenti regionali o comunali". Nel caso di mio padre egli dovrebbe compartecipare? Secondo il comune di Torino, dovrebbe compartecipare con tutta l'indennità e tutta la pensione perchè mia mamma ha una casa di proprietà che supera 50.000 euro quindi potrebbe teoricamente venderla. Se la compartecipazione fosse dovuta, secondo l'allegato 2 (CRITERI DI ACCESSO E CONTRIBUZIONE AL COSTO DELLE PRESTAZIONI RESIDENZIALI DELLE PERSONE DISABILI ED ANZIANE) del comune di Torino che credo sia parte del regolamento comunale, mia madre e mio fratello resterebbero praticamente privi di un sostegno economico sebbene al paragrafo 7 del suddetto allegato c'è scritto quanto segue: "A favore del coniuge e dei familiari conviventi precedentemente al ricovero e che versano in difficoltà economica, dal reddito dell'utente ricoverato vengono detratte rispettivamente le quote di reddito di mantenimento e d’inserimento che sarebbero erogate in base alla deliberazione del Consiglio Comunale del 12 febbraio 2001 (mecc. 2000 05700/19) e s.m.i., "Disciplina degli Interventi sull'assistenza economica", oltre agli importi delle spese sostenute relative al canone di locazione ed alle altre spese per l'abitazione principale sino ad un massimo di 430,38 € mensili." Ma secondo il comune, avendo la casa di proprietà, ella non verserebbe neanche in condizioni di difficoltà economica. Questo detto che 430,38 mensili per due persone sarebbero decisamente pochi anche se sommati a circa 400 euro che rimarrebbero dalla pensione. Se ritenuto utile allego il suddetto documento con i criteri emanati dal comune di Torino per la compartecipazione alla retta. Grazie
Cordialmente
Marco, dalla provincia di TO

Risposta:
non si tratta di prestazioni di fascia alta o meno. Il criterio è un altro, e cioè l'intensità sanitaria delle prestazioni erogate dalla struttura. Consideri comunque che, per quanto a nostra conoscenza, nessuna amministrazione procede spontaneamente o su istanza a riconoscere che le prestazioni debbono essere a totale carico del servizio sanitario; quando è avvenuto, è stato in seguito ad una azione giudiziale da parte del degente che ha chiesto al giudice di accertare l'intensità sanitaria elevate delle prestazioni in concreto erogate e quindi di condannare il servizio sanitario ad accollarsi l'intera retta.
 
 
 
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