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Pagamento retta RSA
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Lettera 
24 maggio 2018 0:00
 
Buongiorno, sono il figlio di una persona disabile grave al 100% a seguito di ictus emorragico e con demenza senile grave. Al momento da due anni si trova in RSA ricoverato e l'UVT ogni tre mesi rinnova il ricovero in RSA mentre l'inps gli ha riconosciuto lo status di disabilità definitiva questo mese. Vengo al dunque il comune dove vivo al momento contribuisce al pagamento della retta trattenendo di fatto la pensione minima e tutta la indennità di accompagnamento e poi integrando la parte restante. Da poco tramite le assistenti sociali il comune mi ha manifestato l'intenzione che non sarà più disponibile a pagare la propria quota. Ora io sono terrorizzato al solo pensiero di ritrovarmi senza una dimora e soprattutto senza una assistenza sanitaria degna di questo nome per mio padre. Considerate che è divorziato, non ha possedimenti di nessun tipo e non potrebbe da solo pagarsi la retta. Dal mio canto con un figlio a carico, mia madre invalida al 60% mi trovo in una situazione davvero difficile. Ma è normale che il comune si rifiuti di dare il proprio contributo per la RSA?
Devo procedere per vie legali considerando che sono l'amministratore di sostegno?
Gabriele, da Sorso (SS)

Risposta:
il Comune dovrà emettere una nuova determinazione che le verrà comunicata in quanto amministratore di sostegno, nella quale pone l'intera quota a carico dell'assistito. Ricevuto quel documento le suggeriamo di farsi assistere da un legale di sua fiducia per valutare se impugnarlo innanzi al Tar. Consideri, ancora, che nè il comune nè la struttura possono calcolare, ai fini del reddito di suo padre, l'indennità di accompagnamento nè possono in alcun modo trattenerla.
 
 
 
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