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Iscrizione al SSR e attestato di soggiorno permanente per un cittadino olandese
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Lettera 
23 aprile 2021 0:00
 
Buongiorno, scrivo a nome del mio compagno olandese residente a Siena dal 2012. Essendo regolarmente iscritto all'anagrafe del comune di Siena da piu' di 5 anni e non lavorando, abbiamo richiesto al comune il rilascio dell'attestato di soggiorno permanente per l'iscrizione al servizio sanitario regionale (richiesto dall'ASL locale). Il comune ci ha pero' detto che non ha diritto all'attestato perche' non soddisfa i requisiti originariamente validi per ottenere la residenza, vale a dire avere mezzi sufficienti per non gravare sul SSN e avere avuto un'assicurazione sanitaria per 5 anni consecutivi. Aggiungo qui la risposta inviata dal comune di Siena: "... all'epoca della prima iscrizione si
iscrisse secondo uno dei requisiti previsti dal D.Lgs 30/2007, ovvero: lavoratore dipendente/ lavoratore autonomo/ studente/ ricongiungimento familiare/ persona senza lavoro con assicurazione sanitaria e risorse sufficienti al soggiorno. E' quello il requisito che deve dimostrare di avere avuto per 5 anni continuativi."
C'è da dire che questo requisito non ci è stato comunicato all'epoca e quindi, dopo aver pagato l'assicurazione sanitaria per un anno per aver diritto all'iscrizione all'anagrafe, il mio compagno non ha più pagato perché non lo ha ritenuto necessario.
Ora però ci ritroviamo in questa situazione incresciosa, perchè l'ASL non può iscriverlo senza questo attestato.
La prima domanda e': secondo voi il comune ha ragione nell'insistere che deve aver continuato a pagare un'assicurazione sanitaria per cinque anni consecutivi prima di poter rilasciare l'attestato? Il mio compagno può dimostrare facilmente in altro modo, ad esempio tramite dichiarazione dei redditi, contratto d'affitto, bollette TARI e canone RAI, che soggiorna legalmente e continuativamente in Italia dal 2012 e che pur non lavorando è del tutto autosufficiente. Inoltre, ha ricevuto regolarmente la tessera sanitaria dall'Agenzia delle entrate, che l'ASL ci ha detto di non utilizzare assolutamente perché non serve a nulla.
La seconda domanda è: se il mio compagno dovesse decidere di pagare il contributo volontario annuale al SSR, su che cosa si dovrebbe calcolare il 4% se non ha redditi da lavoro né da affitti ma solo di tipo finanziario?
La terza è: potrà ricevere il vaccino per il Covid in questa situazione? Secondo l'ASL non ne ha diritto.
Vi saremmo grati se potreste consigliarci cosa possiamo fare a questo punto. Ci tengo a sottolineare che il mio compagno gode di ottima salute e che è disposto a pagare di tasca propria le eventuali cure di ospedalizzazione che dovessero rendersi necessarie. Vogliamo però assicurarci che non gli si stia negando un diritto, nel qual caso valuteremo di fare ricorso (immagino contro il comune di Siena).
Fiduciosa nel vostro prezioso aiuto, vi porgo i miei saluti piu'
cordiali.
Tiziana

Risposta:
la questione che pone è tutt'altro che banale. La legge italiana sul soggiorno dei cittadini comunitari (d.lgs 30/2007) prevede la possibilità per il cittadino comunitario (che non lavori o studi in Italia) di soggiornare in Italia oltre i tre mesi se (art. 7) "dispone per se' stesso e per i propri familiari di risorse economiche sufficienti, per non diventare un onere a carico dell'assistenza sociale dello Stato durante il periodo di soggiorno, e di un'assicurazione sanitaria o di altro titolo idoneo comunque denominato che copra tutti i rischi nel territorio nazionale". Voi avete inteso l'assicurazione sanitaria come requisito da possedere esclusivamente in fase di richiesta (e infatti avete stipulato un'assicurazione di un anno). Il Comune, invece, lo intende come requisito che deve perdurare e conseguentemente l'assicurazione sanitaria deve essere rinnovata annualmente o essere pluriennale.
Oggi che chiedete l'attestazione di soggiorno permanente, quindi, questo requisito – per il passato – manca. L'art. 14 della stessa legge riconosce il diritto di soggiorno permanente (e quindi la conseguente attestazione) al cittadino dell'Unione che abbia soggiornato "legalmente" ed in via continuativa per cinque anni nel territorio nazionale.
Il punto è cosa si intenda per "legalmente", se cioè iscritto all'anagrafe oppure se continuando a possedere per tutti e cinque gli anni i requisiti che consentono di beneficiare del diritto di soggiorno (fra cui l'assicurazione sanitaria).
Occorrerebbe uno studio approfondito della giurisprudenza nazionale, per il quale vi suggeriamo di rivolgervi ad un vostro legale di fiducia. A livello comunitario, la Corte di Giustizia in diverse sentenze ha ritenuto che per soggiorno legale deve intendersi un soggiorno con il perdurante possesso dei requisiti che consentono di beneficiare di un diritto di soggiorno, avendo il rilascio di qualunque titolo di soggiorno carattere dichiarativo, ma non costitutivo (Sent. Corte Giust. C-325/09, Sent. Corte Giust. C-529/11, Sent. Corte Giust. C-408/03). Quindi parrebbe aver ragione il Comune. L'alternativa è – come da quanto capiamo vi ha suggerito la Asl – l'iscrizione volontaria al Servizio Sanitario, a pagamento.
Per quanto riguarda gli importi da pagare per l'iscrizione volontaria, il 4% va calcolato su tutti i redditi prodotti in Italia o all'estero, a prescindere che siano redditi da lavoro o rendite di tipo finanziario. Ma sul punto vi suggeriamo di rivolgervi ad un commercialista e alla Asl, che dovrebbe determinare l'importo dovuto.
Da ultimo (anche questo tema meriterebbe approfondimento impossibile in questa sede), riterremmo che il vaccino possa essere effettuato alla persona iscritta al Servizio Sanitario, obbligatoriamente o volontariamente. Anche su questo aspetto suggeriamo di informarvi presso la Asl.
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Ha risposto Emmanuela Bertucci: https://sosonline.aduc.it/info/bertucci.php
ADUC Immigrazione - https://immigrazione.aduc.it/
 
 
 
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