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Inserimento in struttura R.S.A.
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Lettera 
8 agosto 2018 0:00
 
Lontanissimi parenti di una persona disabile, invalida al 100%, sinora assistita da una badante, con l'aggravarsi della situazione sanitaria (impossibilita totale a deambulare), venivamo avvisati dalla badante che non essendo più in grado di occuparsi da sola della disabile, e per ragioni personali tornava al suo paese di origine. Attivati immediatamente le strutture ASL ed i Servizi Sociali del Comune do Oria (BR) Abbiamo assistito ad una prassi a dir poco vergognosa per un paese che si definisce CIVILE. Nessun interessamento concreto per una persona abbandonata in un letto, incapace di qualsiasi azione vitale, ma il solo richiedere documenti e isee, abbandonata a sè stessa come se fosse una macchina guasta in attesa di essere riparata. Dopo un mese in cui ci siamo prodigati io e mia moglie ad assistere questa PERSONA, riuscivamo ad ottenere dalla ASL l'inserimento in una R.S.A. convenzionata con partecipazione della spesa al 50%. Non essendo ancora pronte le scartoffie del Comune per la partecipazione e per garantire la necessaria assistenza al disabile, mi obbligavano a firmare un impegno a corrispondere la restante quota (circa 1440 euro)in prima persona. Impegno che sottolineo ho firmato solo per permettere l'inserimento in struttura. Ora la disabile gode di una pensione netta di circa 1150 euro al mese, l'Amministrazione della RSA ci ha comunicato che la restante retta (esclusa la quota ASL) ammonta a 1440 euro circa, almeno 150 euro devono essere messi da parte per le spese personali, quindi occorre una ulteriore integrazione di 440 euro che dovrebbe coprire il Comune, essendo la disabile sola, senza nessun parente giuridicamente obbligato (mia suocera era cugina di questa disabile, quindi io e mia moglie siamo cugini di 2°). La disabile gode di un isee di11.113,29 euro, avendo l'usufrutto della casa in cui abitava. Io sono disoccupato, e l'unico introito familiare è lo stipendio di mia moglie di circa 950 euro mensili. Alla luce di quanto esposto ed in riferimento alla normativa nazionale che stabilisce la soglia minima di 13.000,00 euro del isee per l'esclusione dalla partecipazione alla retta, il comune è obbligato ad integrare la retta a suo carico per 440 euro circa oppure no? Chiedo questo perchè al comune mi hanno detto che il regolamento comunale stabilisce che per l'intervento del Comune l'isee deve essere inferiore a 5.000,00 euro. Tutto ciò è vero o solo una scusa per non pagare la quota retta di degenza? Grazie infinite.
Goffredo, dalla provincia di BR

Risposta:
occorre visionare direttamente la soglia indicata negli atti normativi del comune in merito all'inserimento in struttura e pagamento della corrispettiva quota sociale. Se, come dice, la soglia non è raggiunta, va intimato il Comune a rispettare i propri assunti in materia di cura e assistenza delle persone. Nel frattempo, le suggeriamo di recedere dall'impegno assunto in proprio con la struttura.
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Ha risposto Claudia Moretti: https://sosonline.aduc.it/info/claudiamoretti.php
 
 
 
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