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debito con RSA
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Lettera 
5 gennaio 2018 0:00
 
buongiorno,
nell'anno 2018 mia mamma inizia a manifestare i primi sintomi di confusione, mancanza di memoria, aggressività... la cosa assume proporzioni sempre maggiori e la mia presenza e quella delle assistenti familiari si rivela non sufficiente e inadeguata. Fisicamente non presenta ancora gravi problemi e per questo viene accettata in una struttura come persona parzialmente autosufficiente. Ma con il tempo la situazione peggiora, mia mamma cerca di scappare dalla struttura, necessita di assistenza continua e forse anche di una terapia farmacologica adeguata. un giorno vengo avvertita dalla struttura che hanno trovato mia mamma caduta in fondo alle scale e che hanno chiamato l'ambulanza per farla trasportare in pronto soccorso per effettuare gli esami del caso. Fortunatamente gli esami sono a posto, giustamente l'ospedale la vuole dimettere ma la casa di riposo a sua volta mi fa sapere che non hanno intenzione di riaccoglierla in quanto non attrezzati per la sua patologia. Consigliata da un sindacalista mi oppongo alle dimissioni dalla struttura. Ricevo pressioni pesanti dal direttore sanitario ma non demordo. Intervengono i servizi sociali. Trovano un letto in reparto dell'ospedale e si occupano di contattare una struttura idonea a lei per un successivo ricovero. Viene valutata dall'UVG e le sue cartelle parlano di una demenza senile e di un decadimento cognitivo importante.
viene in seguito accettata in una RSA convenzionata e ci rimane fino alla sua morte, il 18 settembre 2017. Negli ultimi due anni le sue condizioni erano peggiorate ulteriormente. premetto che ho sempre pagato la sua parte di retta alberghiera fatta eccezione per un anno rimasto scoperto non per cattiva volontà ma per gravi problemi accaduti all'interno del mio nucleo familiare.
e veniamo al dunque...mi hanno richiesto la restituzione del debito maturato e fatto firmare un piano di rientro, ma per me e la mia famiglia sta diventando impossibile pagare. mi sono imbattuta in un paio di articoli che sembrano raccontare un po' la mia situazione e vorrei sapere se posso fare qualcosa che non sia indebitarmi per pagare un debito. potete aiutarmi in qualche modo?
cordiali saluti
Monica, da Bricherasio (TO)

Risposta:
Le prestazioni ricevute in Rsa, si qualificano come socio-sanitarie integrate e sono regolate dall'art. 3 del D.lgd 502/92 e succ. modificazioni
La legge prevede che la retta di ricovero sia composta da una quota sanitaria (generalmente il 50% dell'intero) a carico del Sistema sanitario regionale erogate tramite le Asl di appartenenza e da una quota sociale o alberghiera (l'altro 50%) a carico dei Comuni con la compartecipazione dell'utenza (il beneficiario della prestazione) determinata in base all'Isee, ed in particolare all'Isee socio-sanitario (Isee appositamente individuato dal decreto Isee, per i richiedenti questo titpo di prestazione).
La percentuale di suddivisione economica fra la quota sanitaria/quota sociale segue la tipologia di prestazioni erogate (DPCM, 14 febbraio 2011).
Attenzione! La giurisprudenza recentemente ha dichiarato la natura prettamente sanitaria delle prestazioni rese in struttura verso i soggetti affetti da patologie psichiche croniche degenerative, quali i malati di Alzheimer all'ultimo stadio, ritenendo prevalente la componente terapeutica e sanitaria sulla componente assistenziale. E ciò anche se le istituzioni continuano a scaricare i relativi costi sulle famiglie.
Inoltre, una recente sentenza della Corte di Cassazione n. 4558 del 2012, ha riconosciuto la prevalenza della componente sanitaria su quella sociale, in merito alle terapie somministrate all'infermo psichico grave.
Oggi, con l'entrata in vigore, dal gennaio 2015, del DPCM 159/2013, il legislatore (anzi il Governo) ha preso atto della non sostenibilità del principio della “evidenziazione dei soli redditi del ricoverato” nella determinazione delle quote. Ha, pertanto, creato uno strumento Isee ad hoc (isee socio-sanitario), con cui includere nel calcolo dei redditi, quantomeno una componente aggiuntiva dei redditi dei soli figli.
Controlli se il suo reddito sia tra quelli soggetti all'Isee, e in caso positivo, chieda una rateazione del debito al Comune.
 
 
 
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