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Stati Uniti d'Europa. Da dove vengono, quanti sono e a cosa sono destinati i fondi Ue per gli aiuti economici
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Articolo di Redazione
13 giugno 2020 18:28
 
"I fondi europei non potranno mai essere 'gratuiti': un debito dell'Unione europea e' un debito di tutti i Paesi membri e l'Italia contribuira' sempre in misura importante al finanziamento delle iniziative comunitarie, perche' e' la terza economia dell'Unione". Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, intervenendo agli Stati generali dell'economia ha posto l'accento su come valutare i benefici degli strumenti di sostegno europei. Non si deve guardare solo alla "convenienza finanziaria che li caratterizza, pure notevole - sottolinea - ma anche e soprattutto per la possibilita' che offrono di inserire lo sforzo nazionale in una strategia di sviluppo comune". Nello specifico vediamo di che cifre si sta parlando.

DA DOVE VERRANNO I SOLDI
Sure, Bei e Mes (se il governo decidera' di utilizzare anche questa linea di credito) potrebbero garantire quasi 100 miliardi di risorse cui si aggiungera' la 'dote' di 172 miliardi del futuro Recovery Fund.

QUANTO DURANO SURE, MES E BEI
L'Italia potra' contare su circa 270 miliardi di fondi europei. I nuovi strumenti Ue su cui c'e' l'accordo (Sure, Mes e Bei) mobiliteranno insieme 540 miliardi, e la quota per l'Italia sara' di oltre 96 miliardi: risorse che in parte dovrebbero essere disponibili da questo mese. Dal Fondo europeo contro la disoccupazione Sure il nostro Paese potra' ottenere fino a 20 miliardi per finanziare la cassa integrazione delle imprese in difficolta' a seguito del lockdown imposto per contenere il contagio. I fondi di emergenza della Bei (200 miliardi per le piccole e medie imprese) potrebbero garantire invece circa 40 miliardi di finanziamenti. Il governo resta pero' ancora "prudente" su un eventuale ricorso al Mes, la maggioranza e' divisa sull'impiego di queste risorse e a decidere se attivare o meno tale linea di credito sara' il Parlamento, come ha annunciato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Se si decidesse di accedere alla nuova linea di credito del Meccanismo europeo di stabilita', che consentira' prestiti per un importo pari al 2% del Pil del Paese richiedente (ma si potrebbe andare anche oltre), con l'unica condizione di destinare le risorse a spese sanitarie dirette e indirette, l'esecutivo potrebbe contare su una fetta di oltre 36 miliardi.

QUANTO ARRIVERA' DAL RECOVERY FUND
Ma l'Italia punta soprattutto sul Recovery fund. Il valore complessivo del piano proposto dalla Commissione europea e' di 750 miliardi di euro: 500 miliardi in sovvenzioni, risorse che non dovranno essere rimborsate e 250 miliardi in prestiti, da rimborsare con interessi. Si tratta di un prestito a lunga scadenza, la restituzione, infatti, dovra' avvenire tra il 2028 e il 2048. Il nostro Paese potrebbe avere accesso alla quota piu' consistente di risorse, ovvero 172 miliardi, divisi tra oltre 90 miliardi di prestiti e circa 81 miliardi di sovvenzioni.

COSA BISOGNA FARE PER AVERE I SOLDI
Ci sono regole precise per poter spendere questi fondi. Ogni Paese membro dovra' presentare il suo piano di riforme per la ripresa che dovra' essere sottoposto al vaglio della Commissione europea per verificarne la compatibilita' con le norme Ue.

COSA MANCA PER GLI STANZIAMENTI
Dopo il disco verde la Commissione decidera' quanti fondi destinare a ogni singolo Paese. Il governo italiano, come ha annunciato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, intende presentare il piano per la ripresa a settembre con la Nota di aggiornamento al Def. Il piano Ue sara' operativo dal 2021 ma parte delle risorse, legate ai fondi coesione, potrebbero arrivare gia' in autunno quando il governo sara' impegnato a mettere in cantiere la legge di bilancio.

QUALI SONO LE PRIORITA'
Le priorita' indicate sono chiare: investire in settori strategici per l'Unione (infrastrutture, digitale, ambiente), finanziare riforme strutturali ed evitare le peggiori ripercussioni sui settori piu' colpiti dalla pandemia e dal lockdown, come il turismo o l'automotive. Il pressing per destinare queste risorse alla riduzione delle tasse e' gia' scattato ma il ministro Gualtieri ha frenato chiarendo che i fondi Ue saranno destinati alle grandi riforme. 
 
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