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Pandemia, vaccini ed economia. Tutti uguali? No
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Articolo di Vincenzo Donvito
15 maggio 2020 13:26
 
La multinazionale farmaceutica francese Sanofi, su domanda dell’agenzia stampa Bloomberg ha detto (il direttore generale Paul Hudson) che le autorità americane riceveranno per primi i vaccini che dovessero essere prodotti dai loro laboratori. Non un novità, visto che già a fine aprile scorso si era espressa nello stesso modo considerando le proprie cinque aziende presenti sul territorio Usa. Una distribuzione, secondo Sanofi, che dopo qualche giorno o settimana dovrebbe essere messa a disposizione del mondo intero. Questo intervento è stato poi stemperato…. Ovviamente.
Tutto questo ha fatto il giro del mondo, con anche il presidente francese (l’azienda è comunque francese) Emmanuel Macron che ha esternato in modo indignato.

Ci viene in mente l’Air Force One, il nominativo radio di qualunque aereo dell'U.S. Air Force con a bordo il Presidente degli Stati Uniti d'America, che si vede in alcuni film e che in diversi casi, anche recenti, i nostri cugini di oltreatlantico hanno utilizzato: un luogo in teoria inattaccabile per preservare la massima autorità di quel Paese.

E non ci stupiamo più di tanto. Non perché sia giusto o sbagliato che chi continua a considerarsi il capo morale del Pianeta pensi prima a se stesso come garanzia per il bene di tutto il mondo. E’ solo un dato di fatto. Un po’ strano nel 2020, visto che la “guida” Usa del mondo è decisamente ridimensionata (rispetto alla fine della seconda guerra mondiale) per scelta dell’attuale presidente Donald Trump e per importanza di diversi altri attori militari (essenzialmente Cina) ed economici (essenzialmente Unione Europea e sempre Cina). Ma forse il presidente Trump non la pensa così….

A noi interessa rilevare un aspetto. Che coinvolge l’Italia e il mondo.

Per l’Italia,
dove siamo attualmente confinati dopo aver scoperto che siamo anche, più che italiani, toscani, laziali, siciliani, pugliesi, piemontesi, friuliani, etc… confini regionali oltre i quali non ci è consentito muoverci e che, prima, a parte alcuni movimenti politici specifici, non ci si faceva caso se non quando si andava a votare le regionali … per l’Italia… una risposta a quel motivo conduttore che ci ha seguito nella crisi pandemica e che continua a seguirci: CE LA FAREMO. In diversi si sono sentiti accomunati, gli uni uguali agli atri come si dice che sia per la morte… ma, piano piano ci siamo resi conto che non è così per le malattie e per l’economia. Dopo che abbiamo scoperto, grazie ai vari Dpcm, di avere uno Stato benefattore che dava soldi più o meno a tutti, ci siamo resi conto che una cosa è dirlo e anche scriverlo nero su bianco, altro è riceverli. In questa distribuzione si è frapposta una mefitica e irragionevole burocrazia figlia di privilegi e posizioni di rendite che, ad oggi, sembra che stia accelerando disperazione, fallimento e disastri. Contesto in cui, ovviamente, si “salvano” quelli che sono più uguali degli altri e che, in crisi pandemica, hanno avuto responsabilità politiche ed economiche per la gestione della situazione. Una sorta di Air Force One in cui hanno preso posto tutti quelli che i “capi” hanno ritenuto indispensabili per la sopravvivenza del sistema. Gli altri… in attesa del prossimo volo….

Per il mondo,
a partire da quello più vicino a noi (l’Ue) ognuno ha fatto e continua a fare da sé. Il virus è europeo e mondiale? Sì, mandiamo un po’ di aiuti a quelli più disperati (italiani fra questi), ma sia chiaro chi manda e che importanza ha nel Pianeta. Ecco che, ognuno con le proprie caratteristiche, si è manifestato: alcuni Paesi Ue contro altri per non dar loro soldi, e Paesi come la Cina, per esempio, che ti aiutano in cambio di una loro penetrazione politica ed economica.
Tutti altruisti,,, ma a casa loro. Ché altrimenti c’è un prezzo da pagare.

Ecco che, quindi, il vaccino dato per primo a Trump non ci meraviglia. L’importante è rendersene conto e non farsi prendere dal clima “siamo tutti uguali”. No! E’ sempre l’Italia, l’Ue e il mondo che c’era prima della pandemia. E per starci e affrontarlo, così come era prima, non ci si può stare dentro aspettando lo Stato assistenziale ed elargitore, ma darsi da fare. E anche molto, ma proprio molto più di prima.
 
 
 
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